Fin dall’introduzione Pina Baglioni ci mette sull’avviso circa lo scopo di questo agile Ci saranno santi tra i bambini (Edizioni Paoline 2021); “si voleva dar conto di un fatto inconsueto: il fiorire improvviso di una santità bambina, come forse non è mai accaduto, almeno in Italia, in un tempo così breve. Quasi che il Signore voglia comunicare qualcosa”.
È sicuro che il Signore vuole dirci qualcosa e lo fa secondo il suo sistema. Siccome la santità è la forma persuasivamente più attraente dell’umanità cristiana, che ci sia un originale proliferare di piccoli santi contemporanei indica che il linguaggio di attrazione con cui Dio si esprime sta conquistando forme nuove e senz’altro adeguate al bisogno di questo strano nostro tempo.
La breve e intensa carrellata di santi bambini parte dal celebre Carlo Acutis e si conclude con Sara Mariucci, passando per Manuel Foderà e l’incredibile vicenda dei fratelli Gravina; ma se per Acutis si tratta di un ragazzo, quasi un giovane uomo a cui non si fatica a concedere sprazzi di genialità compressa nella sua pur breve esistenza, quando Pina Baglioni ci prende per mano e ci accompagna alla scoperta della santità di bambini di nove, sette e addirittura quattro anni, le cose diventano improvvisamente brucianti. Che una bambina di sette anni, gravemente malata fin dalla nascita, abituata a respirare e a fare ogni minima azione con il dolore come compagno, costretta sulla sedia a rotelle sostanzialmente da sempre, abituata ad entrare e uscire da ospedali, a sopportare farmaci, esami e cure estenuanti possa vivere una clamorosa Gioia e trasmettere tratti inequivocabili di equilibrio, stabilità e fermezza, be’, le cose a questo punto diventano scottanti anche per chi ai miracoli e ai santi ci crede.
Entrando nelle case, negli umori, nei silenzi e nelle risate sontuose di questi piccole meravigliose forme di perfezione occorre disfarsi di tutta la presunzione, l’orgoglio, di tutto il catechismo un po’ tiepido e confortante e lasciarsi bruciare dall’evidenza che questi piccoli semplicemente vedono e si fidano di Dio. Non un Dio complicato e altero, ma un amico, complice dei nostri bisogni e assetato di noi. Questi bambini che Gesù ha sempre amato oltre misura e che tante volte ci ha indicato come l’unico modo possibile per accedere alla sua Gioia, sono plastici nel rispondere a quello che gli succede. Sono così solidamente sicuri che il loro Amico li conduca al loro pieno compimento – non importa per quale via, sanno che con Lui la paura, anche quella del dolore, scompare – che si fidano sempre. Questo originale proliferare di santi bambini forse, azzardo, è l’ennesimo tentativo che Dio fa verso noi tutti così boriosi e inebriati di riuscite apparenti da spaventarci per ogni imprevisto di qualsiasi dimensione, mentre i piccoli scorgendo nei fatti la mano di Dio che si allunga sulla loro, non fanno che cedervi gioiosi.
Forse è questo il tempo – osservando con semplice attenzione questi santi bambini – di ripetere e risperare per noi la risposta con cui Salomone entusiasma il Suo Signore: “Dio disse: ‘Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda’. Salomone disse: ‘Concedi al tuo servo un cuore docile’”.
Lo stesso purissimo cuore che hanno queste piccole anime perfette.
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