Cosa fa crescere la fiducia in un leader e cosa invece la fa calare? Questa è una delle domande a cui risponde “Leadership. Teorie, tecniche, buone pratiche e falsi miti“, il nuovo saggio di Gianluca Giansante, socio dello studio di comunicazione e relazioni istituzionali Comin & Partners, oltre che docente di Comunicazione digitale e reputazione istituzionale all’Università Luiss Guido Carli. Per la prima volta viene affrontato il tema della leadership, ma coniugando un approccio scientifico alle esperienze dei più grandi leader, come Gandhi, Malala Yousafzai, Marco Aurelio e Winston Churchill.
Lo scrittore rovescia alcuni luoghi comuni sul tema avvalendosi di diverse aree di studio, dalla psicologia sociale all’antropologia, passando per la biologia e la storia, indagando così un campo complesso e multidisciplinare. Unendo il rigore delle fonti ad una lettura agevole, il saggio si rivela uno strumento utile per approfondire la leadership sotto diversi ambiti, politico, istituzionale, sociale e anche aziendale. Ad esempio, cosa succede nella mente di chi è al potere? La realtà è molto diversa dall’immaginario dell’opinione pubblica, quindi questo saggio fa chiarezza sulla materia, fornendo strumenti e riflessioni utili.
SAGGIO SULLA LEADERSHIP E IL POTERE
Con la leadership spesso i capi finiscono per non riuscire a mettersi nei panni altrui, eppure è indispensabile per costruire, guidare e tenere unito un gruppo verso un obiettivo comune. Gli esempi di comandi benevoli e lungimiranti fortunatamente non mancano, infatti vengono citati da Gianluca Giansante nel saggio, nel quale però non ci sono “impicci” nostrani, ma con due eccezioni. Una è Sergio Mattarella senza barbiere al tempo del Covid, l’altra è Emanuele Crestini, sindaco di Rocca di Papa che, ustionato nell’incendio del palazzo comunale, rimase lì fino a quando tutti erano in salvo, morì dieci giorni dopo. Se presi nel loro insieme, tutti questi esempi offrono un compendio che culmina in dieci principi per misurarsi su questo terreno. Il saggio, a tal proposito, non offre conclusioni ma, come evidenziato da Filippo Ceccarelli su Repubblica, afferma quanto sia sbagliata l’idea che per risolvere i problemi serva un uomo o una donna al comando e che il presidenzialismo potrebbe rivelarsi la peggiore trappola, non solo per gli elettori.