Perché mai uno dei più noti oncologi sperimentali del nostro Paese non si gode – sigaro in bocca e natiche accomodate sul trono accademico delle sue 160 pubblicazioni scientifiche – la sua lunga e onorata carriera, ma al contrario decide di immolare il suo prestigio sull’altare del politicamente scorretto buttandosi nel rischioso agone della disanima della disastrosa gestione della recente pandemia? 



Basta leggere Covid-19. Un’epidemia da decodificare (Byoblu, 2022) per averne risposta. Mariano Bizzarri è uno che alla scienza ci crede davvero (attenzione! compresi i suoi limiti!) e non solo perché dopo aver presieduto per anni il Consiglio scientifico dell’Agenzia Spaziale coordina ora con successo il Systems Biology Lab della Sapienza di Roma come professore di patologia clinica, ma perché il suo sapere lo ha sempre concepito come servizio alla persona, e per questo non si è mai sottratto anche al faticoso e scomodo dovere civico di consulente di governi e tribunali all’ora di difendere consumatori e cittadini. 



Uno con questo phisique du rôle poteva forse starsene zitto e imboscato di fronte allo scempio di scienza e coscienza a cui abbiamo assistito in questi oltre due anni? 

Le sue 230 paginette (si leggono d’un fiato) sono uno scrupoloso, documentato e competente j’accuse alle autorità sanitarie e politiche occidentali per come hanno gestito la vicenda Covid: dai protocolli alla cura della salute sul territorio passando per tamponi, lockdown, mascherine, farmacovigilanza, indici di classificazione di positività, letalità, mortalità fino agli inusuali percorsi di autorizzazione dei vaccini mRna e la loro acritica divinazione. 



Impietosa è la descrizione di Bizzarri della disarmante inadeguatezza dell’Organizzazione mondiale della sanità, così come quella dell’imbarazzante profilo “criminale” di big pharma, delle linee di comportamento ondivaghe del nostro sedicente “Comitato tecnico-scientifico”, per non parlare della comunicazione asservita al mainstream.

Ecco: da queste righe emerge tutt’altra narrazione, finalmente realistica e supportata dal riferimento alla comunità scientifica indipendente, non a quella surrogata dei talk show televisivi.

È pur vero che un comprensibile ripulso per tutto ciò che ricorda la drammatica esperienza da cui stiamo uscendo magari farebbe ritenere masochista la lettura di queste pagine: meglio dimenticare! 

Nossignori! Tra pochi mesi saremo daccapo, con le follie (interessate) della politica sanitaria a tentare di dettare ancora misure anacronistiche e controproducenti. E allora la lettura del libro di Bizzarri può suggerirci per tempo solidi anticorpi. 

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