Giunto ormai alla nona edizione, l’Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2023 dell’Istituto di studi politici “S. Pio V” costituisce un’opera fondamentale per comprendere le dinamiche politiche, sociali, economiche e demografiche attualmente in corso nell’area del Mediterraneo e in particolare nei paesi Mena (Middle East and North Africa) che si affacciano su questo mare. Curato in modo scrupoloso da Francesco Anghelone e Andrea Ungari ed impreziosito dagli originali contributi di Karim Mezran, Mohamed El Khaddar, Vincenzo Piglionica, Mario Savina, Carlotta Maiuri, Diego Pagliarulo, Maria Grazia Stefanelli, Shirin Zakeri, Francesco Petronella, Marcello Ciola, Francesco Alicino, oltre che dei due curatori e da una prefazione di Paolo De Nardis e un’introduzione di Gianluigi Rossi, il volume rappresenta un imprescindibile strumento per chiunque decida di approfondire in modo esaustivo la regione in oggetto.



Come ogni anno, l’obiettivo che si prefigge l’Atlante consiste nel decifrare le complesse dinamiche di carattere geopolitico, geoeconomico e geostrategico che contraddistinguono la regione mediterranea, un’area che – data la notevole eterogeneità dovuta all’estensione su tre continenti – ha rappresentato da sempre l’epicentro di fenomeni politici cruciali.



Negli ultimi anni, il Mediterraneo è stato attraversato da profondi cambiamenti strutturali, che risentono delle trasformazioni dell’ordine mondiale in corso – in particolare, del passaggio da un ordine internazionale bipolare caratteristico della Guerra fredda ad uno unipolare tipico del decennio 1991-2001, fino al graduale passaggio all’ordine multipolare ormai in fase di consolidamento. In questo quadro, l’opera desidera offrire al lettore un apparato nozionistico organico che metta a fuoco gli elementi caratteristici della regione, dalla rivalità politica alle realtà conflittuali, dalle questioni dello sviluppo economico allo sforzo per il consolidamento dei diritti umani, dai fenomeni terroristici ai processi migratori e alla sfida dei cambiamenti climatici. Inoltre, l’Atlante sottolinea come fenomeni recenti, quali la guerra russo-ucraina, abbiano aggiunto imprevedibili effetti a lungo termine nella sponda Sud del Mediterraneo, con importanti ripercussioni sul fronte energetico ed alimentare.



Uno dei tanti punti di forza dell’Atlante consiste nel suo duplice approccio storico e geopolitico. Mentre infatti l’accurata ricostruzione storica dei Paesi esaminati offre al lettore una panoramica dei fenomeni storici di medio-lungo periodo, l’approfondita analisi della politica interna, dell’economia e della politica estera e di difesa di ognuno dei casi studio garantisce una conoscenza multidisciplinare completa. Questo duplice approccio contribuisce alla ricostruzione di quegli elementi di carattere storico che hanno gettato le premesse per lo sviluppo della realtà contemporanea, collegando in modo organico passato e presente e tentando di intravedere nelle sfide contemporanee la naturale maturazione di premesse sviluppate nel corso del tempo.

Per quanto riguarda la suddivisione dell’opera, apre l’Atlante un approfondimento particolarmente ricco sulla Libia, che descrive l’evoluzione politica del Paese dalla caduta di Gheddafi a oggi, con un focus sul ruolo degli attori terzi e sulle dinamiche politiche interne. Segue una parte dedicata interamente alle schede dei singoli Paesi, con particolare riferimento a Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Israele, Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Giordania e Turchia. Chiudono l’opera i Dialoghi Mediterranei, una raccolta di saggi sulla sicurezza regionale, sul radicalismo insurrezionale e sull’evoluzione politico-partitica in Turchia.

Da un punto di vista metodologico, l’opera ha ricavato i dati geo-demografici, sociopolitici, economico-finanziari, diplomatici e militari da accreditati database compilati da organizzazioni internazionali, enti governativi o organizzazioni non governative, tra cui la Banca Mondiale, il Cia World Factbook, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unchr), Freedom House, il Fondo monetario internazionale, l’Unicef, lo Stockholm International Peace Reasearch Institute (Sipri), il Global Terrorism Index dell’Institute for Economics and Peace, e così via.

Per quanto riguarda il pubblico di riferimento, l’Atlante è particolarmente indicato per la comunità scientifica italiana oltre che per il più vasto pubblico interessato alla politica internazionale. In particolare, l’opera appare come uno strumento prezioso per studiosi junior di relazioni internazionali, inclusi studenti triennali, magistrali, dottorandi e assegnisti di ricerca, che potranno beneficiare di una più approfondita comprensione del Mediterraneo all’interno di un ordine internazionale in cambiamento, per gli studiosi senior di pelazioni internazionali, inclusi professori e ricercatori universitari, che avranno a disposizione nuovi strumenti conoscitivi sia di ordine teorico che empirico, oltre a una nuova fonte di stimoli per il rilancio del dibattito sul tema del Mediterraneo, e infine per i professionisti delle relazioni internazionali, inclusi diplomatici, politici e Uffici relazioni internazionali delle grandi aziende, a cui verranno forniti approfondimenti sulle opportunità e sfide che caratterizzano l’area d’analisi.

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