Irriducibili nostalgici, Peter Pan condannati a non crescere mai? Questi, a una indagine superficiale, sono gli ultra 50enni, diciamo anche ultra 60enni, che hanno riportato in classifica i dischi in vinile, i vecchi lp per capirsi. In realtà, come dimostra questo libro (Nicola Iuppariello, Di vinile e altre storie, Capponi Editore, 190 pag., 15,00 euro ) ci sono anche tanti giovani e giovanissimi attratti dal vecchio padellone. Perché? Quali le ragioni? Che sta succedendo, in quella che è per antonomasia l’era della musica liquida (download, streaming, etc) e in cui manco più si stampano i cd, i dischetti metallici che avevano preso il posto dei vinili?
Iuppariello affronta l’argomento quanto mai dibattuto in questi tempi recenti e lo fa evitando l’amarcord, le nostalgie sentimentali, preferendo l’analisi di un fenomeno da molteplici punti di vista, quello del mercato, della tecnologia e soprattutto quello umano: “La musica, al tempo dello streaming on demand, sta tornando al vinile perché abbiamo capito che il nostro tempo è prezioso e che le nostre scelte sono importanti. In un’epoca in cui tutto è immediatamente disponibile, avendone i mezzi per appropriarsene, ascoltare musica in vinile significa riconoscersi il diritto per lasciarsi coinvolgere pienamente dalla musica. Alla base della volontà del possesso di un disco c’è la volontà, spesso inconscia, di riappropriarsi di sé”.
L’autore (scrittore e ideatore di DiscoDays, la fiera del disco e della musica di Napoli) non teme di criticare e anche prendere in giro certi “fanatici” che acquistano le edizioni multiple (e colorate: vinili rossi, verdi, gialli) dello stesso disco senza neanche ascoltarli, in una sorta di feticismo del possesso: “In una collezione non è importante quanti titoli siano presenti ma quali titoli, che molto ci possono raccontare della persona che li possiede”, aggiungendo: “Il mercato è invaso da un’innumerevole quantità di album in edizioni speciali e limitate, spesso disponibili in pre-order, che attualmente caratterizzano fortemente il mondo del collezionismo disco-grafico. Il “nuovo” collezionista è spesso alla ricerca di più versioni dello stesso album in tiratura limitata, che vengono prevendute a prezzi già elevati e spesso si esauriscono prima di essere distribuite. Il mercato delle ristampe di lusso è un fenomeno che si alimenta giorno dopo giorno da queste iniziative discografiche che stanno caratterizzando, e certo segneranno, il mercato del vinile e le collezioni dei nuovi giovani avventori e appassionati”.
C’è anche, sottolinea, un altro aspetto degradante: “Un tempo era indubbio che fossero soltanto i classici che andavano ristampati. Oggi, invece, il mercato trabocca di uscite, oltre alle novità troviamo, infatti, ristampe di ogni genere, anche di titoli che non sempre hanno ragionevole motivo di essere riprodotti. Vengono rimessi in circolazione non solo i titoli ristampati in occasione degli anniversari, magari rimasterizzati e su vinile colorato con aggiunte di inner e brani aggiuntivi, ma anche edizioni che non trovano altra motivazione se non un esasperato entusiasmo”.
Dette queste cose, il libro ospita numerosi interventi nelle nove sezioni in cui è suddiviso, da Jenny Sorrenti (sorella del più famoso Alan) a Carlo Lecchi, presidente dell’Associazione Vinile Italiana, da Claudio Trotta di Barley Arts a diverse altre personalità del mondo attuale della musica, discografici e negozianti. Non tralasciando, nel finale, una acuta disanima di come sarà possibile fruire della musica nel prossimo futuro.
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