Negli anni 60 del secolo scorso, mentre seguono l’esperienza del movimento nato attorno al carisma di don Giussani che portò alla nascita di CL, un gruppo di ventenni o poco più si dedica a creare una rete di relazioni comunionali con le comunità cristiane dei Paesi di oltrecortina, scoprendone la vivacità spirituale e culturale e la ricchezza di umanità. Ne nasce un’appassionata curiosità che presto si traduce in fitti rapporti di profonda e consolidata amicizia, gradualmente estesi dal Baltico ai Balcani. Quando c’era la cortina di ferro. Storie di un destino ritrovato tra due Europe (Biblion Edizioni, Milano 2023) racconta una storia di relazioni con quelle comunità nei Paesi dell’Europa centro-orientale allora retti da regimi totalitari comunisti.
È storia di giovani cresciuti nell’Italia del boom economico e della progressiva secolarizzazione, pienamente coinvolti nelle dinamiche del loro tempo e del loro Paese, che hanno deciso di occuparsi di una realtà di discriminazione e sofferenza per lo più poco conosciute, comunque imbarazzanti per la political correctness dell’epoca.
Dove prendevano l’energia necessaria? Questa domanda è anch’essa un tema, non secondario, del racconto. Non è, infatti, solo un racconto di fatti e di avvenimenti, ma anche delle conversazioni e delle riflessioni fatte negli interminabili viaggi rigorosamente in treni di seconda classe o alla guida di utilitarie sottoposte a inconsueti stress test sulla lunga distanza. E, poi, del mondo di relazioni e di amicizie che costituivano il retroterra di riferimento, la casa a cui tornare, dove raccontare, confrontarsi e pensare insieme alle scoperte fatte.
Questa attività continuò e si sviluppò nei decenni successivi, anche in stretta collaborazione con don Francesco Ricci e l’attività di CSEO, Centro studi Europa Orientale. Gli incontri fatti includono le amicizie nate e durate nel tempo con personaggi come Karol Wojtyła, Josef Zvěřína, Václav Havel e tanti altri, dando luogo anche a legami ancor oggi in vario modo persistenti.
La storia di queste esperienze è stata ora raccolta in un volume basato sulle testimonianze di quanti ne furono protagonisti. Storie di persone che, facendosi compagnia, abbattono le barriere che le volevano separate. Attraversano insieme un’epoca di oblio della propria consistenza da parte dell’Occidente e, oltre cortina, un’epoca di oppressione, di dissenso e di rinnovata dignità. I racconti sono ricchi di riflessioni e di aneddoti ed episodi significativi sulla vitalità delle comunità cristiane in circostanze condizionate da regimi oppressivi e intolleranti e toccano anche esperienze particolari, come Solidarność in Polonia, il dissenso e Charta 77 in Cecoslovacchia e la sistematica partecipazione degli studenti italiani al pellegrinaggio annuale a Częstochowa a partire dai primi anni 70.
La novità di questo lavoro rispetto all’attività di comunicazione svolta negli anni stessi degli eventi ai quali si riferisce sta nel fatto che per la prima volta il racconto è “dal di dentro”. Una sorta di autobiografia collettiva sulle esperienze degli autori, non solo in termini di viaggi, di incontri e di attività, ma anche in termini di “storia di vita”, dei punti di partenza da cui hanno mosso i primi passi e di come le loro vicende personali si siano intrecciate e siano state plasmate dall’esperienza che andavano facendo.
Questa è divenuta per loro una strada maestra per la crescita della consapevolezza di sé, divenuti adulti quando anche gli equilibri e le speranze del dopoguerra volgevano al tramonto e i decenni finali del XX secolo si presentavano con una prospettiva come di nuova sfida, dagli aspetti inquietanti ed esaltanti insieme. Di fronte a questo non si sentivano certo né inermi né impreparati, anche se inconsapevoli di quello che il futuro avesse in serbo per loro e per la loro società.
Il racconto arriva fino alla fine degli anni 80, affacciandosi sugli eventi che portarono al crollo del blocco sovietico e dei regimi satelliti. Questi eventi non sono stati, però, la fine di una storia: c’è un filo rosso potente che ha varcato quel momento storico e unisce il passato al presente, fatto di uomini e donne che si sono riconosciuti nella fraternità di un comune destino.
Sono state raccolte anche memorie “dall’altra parte”, centrate sul ricordo e sul significato delle esperienze comuni. Numerosi paragrafi di collegamento e commento contestualizzano il quadro di queste esperienze nell’ambito del periodo storico di riferimento e del rapporto col movimento di Comunione e Liberazione, che in particolare negli anni 70 e 80 ne trasse grandi motivi di ispirazione (cfr. Massimo Camisasca, Comunione e Liberazione, San Paolo, 2001-2006).
Agli oltre 30 contributi dei partecipanti a queste esperienze seguono una serie di memorie dedicate alle persone dell’Est che più significativamente hanno accolto e accompagnato questa storia, che si aggiungono agli amici che hanno contribuito con una loro testimonianza personale al corpo centrale del libro. È ricordata anche la figura di don Francesco Ricci, al quale sono dedicati pensieri e memorie personali.
In chiusura alcune appendici di documenti di approfondimento e dettaglio e una significativa lettera inedita di Josef Zvěřína del 1978.
La prefazione è del prof. Stefano Bruno Galli, autore di Václav Havel. Una rivoluzione esistenziale (La nave di Teseo, 2019) docente di Storia delle dottrine e delle istituzioni politiche all’Università degli Studi di Milano, già assessore all’autonomia e alla cultura di Regione Lombardia.
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