In questi ultimi decenni abbiamo assistito a due dei più grandi mutamenti, se non i più grandi in assoluto, che siano avvenuti in un tempo relativamente breve nella storia dell’umanità. Si tratta della cosiddetta rivoluzione sessuale (con il connesso femminismo) e della rivoluzione telematico-multimediale. La prima, esito naturale e non sempre voluto dell’egualitarismo democratico esaltato in passato paradossalmente anche da persone che oggi definiremmo “maschiliste”, della tecnologia applicata alla generazione umana, del consumismo e del Sessantotto, ha influenzato radicalmente la concezione dell’affettività e del rapporto fra i sessi; la seconda ha inciso in modo significativo sulla conoscenza e sulla comunicazione umana.
Non sappiamo ancora quanto la rivoluzione sessuale con i suoi effetti sulla generazione ed educazione dei figli influenzerà le future generazioni, né quanto l’uso dei nuovi strumenti di comunicazione inciderà sulle loro capacità cognitive ed affettive.
La rivoluzione sessuale e la rivoluzione telematico-multimediale hanno delle caratteristiche peculiari che non ritroviamo in altre rivoluzioni avvenute lungo la storia umana: riguardano, infatti, temi centrali per la concezione dell’uomo, coinvolgono tendenzialmente tutti e sono state estremamente veloci grazie soprattutto alla tecnologia. A differenza di eventi epocali del passato come la Rivoluzione francese, che inizialmente hanno inciso solo su alcuni strati della popolazione e su alcuni luoghi, esse hanno avuto un impatto su larghe fasce della popolazione e tendenzialmente ovunque. Così l’uso degli anticoncezionali e soprattutto dei cellulari riguarda ormai tutti i paesi del globo.
La velocità ha poi reso difficile un’assimilazione di questi mutamenti che ne permettesse di valutare con calma pregi e rischi. L’uomo ha bisogno di tempi lunghi. Siamo forse ancora in attesa di un assestamento. Tutto ciò ha provocato insieme all’entusiasmo “progressista” per il mutamento da parte di molti, anche disorientamento e forti reazioni di arroccamento sul passato.
Non è strano che mutamenti di questo tipo abbiano inciso fortemente sulle culture e religioni tradizionali, in particolare su una realtà radicata nella tradizione come la Chiesa cattolica. Senza entrare nel merito delle risposte che si possono e che si devono dare a singole tematiche sollevate da questi mutamenti epocali, un’osservazione elementare e preliminare s’impone.
Nella Grammatica dell’assenso il grande pensatore inglese John Henry Newman ha distinto fra assenso o giudizio realistico, che presuppone l’apprensione realistica ovvero di una determinata cosa, e assenso o giudizio nozionistico, che presuppone invece l’apprensione di nozioni. La pietra di paragone della conoscenza è data dall’apprensione realistica che, anche se più rara, ha una maggiore capacità di attrarre l’attenzione e di coinvolgere l’affettività e la dimensione morale.
Di fronte ai grandi mutamenti avvenuti e ancora in corso che riguardano la vita di persone concrete, l’assenso nozionistico, pur importante, non basta. Occorre anche e, soprattutto, il primo.
Per capire veramente l’effetto di questi veloci mutamenti sulla vita delle persone, non basta venire a conoscenza di casi particolari, di analisi scientifiche o statistiche per mezzo dei mezzi d’informazione, anche se ciò può aiutare a destare l’attenzione per certi fenomeni e ad allargare lo sguardo. Occorre, invece, partecipare alla sofferenza determinata per esempio da un conflitto affettivo e morale apparentemente irrisolvibile oppure all’esperienza di chi come gli insegnanti viene quotidianamente a conoscenza di certi deficit degli studenti determinati da situazioni familiari difficili o dall’uso eccessivo di strumenti elettronici. Altrimenti il rischio è quello di non conoscere veramente ed empaticamente la situazione, cadendo facilmente in un generico progressismo di bandiera oppure in un tradizionalismo altrettanto di bandiera, arroccato sulla difensiva.
E questa avvertenza s’impone non perché si debba esaltare una via di mezzo fra gli estremi, ma per il desiderio di conoscere la verità nelle sue sfaccettature e di aiutare le persone. Occorre, quindi, incontrare e ascoltare coloro che sono immersi nelle problematiche dell’oggi direttamente o almeno attraverso altre persone “di esperienza” in cui si ha fiducia.
Per alcuni una di queste figure esemplari è bene rappresentata dal Papa attuale. Ma questo esige che tutti e, in particolare, le comunità cristiane siano aperti a una realtà in continuo movimento e non arroccati in una mera memoria di un passato più o meno felice. In un’epoca in cui i mutamenti del costume sono velocissimi e in cui i giovani diventano vecchi presto, questo atteggiamento di attenzione alla realtà nella sua concretezza e imprevedibilità non è affatto scontato.
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