A volte lo dimentichiamo. La Storia, quella con la S maiuscola, non si muove con le ideologie, con le tentazioni della politica, con i complotti nel segreto dei palazzi del potere. La Storia è scritta dalle persone, dalle scelte quotidiane di ciascuno, dai sentimenti e dalle emozioni che muovono le relazioni umane.

Ne volete una prova? Basta guardare alla Storia dell’Università Bocconi, una delle più importanti istituzioni accademiche italiane. Una Storia ancora più importante perché incubatrice di personalità che hanno dato un apporto fondamentale all’economia e alla politica italiana, ma insieme di persone che ancora di più sono rimaste nell’ombra della realtà sociale e che tuttavia hanno avuto in quel passaggio nell’ateneo milanese una “spinta” decisiva per la loro vita.



No, non parliamo della storia ufficiale. Quella è importante e si può trovare su Wikipedia così come sul sito dell’Università. La storia vera è quella che racconta Salvatore Grillo, da più di sessant’anni responsabile del Pensionato che ha accolto negli anni migliaia di studenti e che è stato ed è un crocevia anche per chi semplicemente frequentava e frequenta l’università.



Nel libro “Via Bocconi 12” (Ed. Melampo, pag. 234, € 10) Salvatore Grillo racconta le mille storie che sono nate dai suoi incontri, con celebrità come Mario Monti, con i rettori con cui ha sempre avuto un rapporto di franca collaborazione, così come con i giovani studenti che per le ragioni più varie, non escluse le pene d’amore, bussavano alla sua porta.

A una personalità e un carattere forte Grillo ha sempre affiancato uno spirito di apertura e di accoglienza basati su di una grande fede e su di un altrettanto grande fiducia nelle capacità delle persone di superare con le proprie forze (e magari con qualche spinta) i momenti difficili.



“Perché Grillo – scrive Nando dalla Chiesa nell’introduzione – i suoi ragazzi li segue sempre. Li chiama a far parte, senza avvertirli, del proprio senso della vita. E si fa trovare anche vent’anni dopo pronto a riceverli, dietro la sua scrivania e con l’eloquio che nessuno dimentica, per ascoltare il loro racconto, cento volte di più che per sfogarsi o pavoneggiarsi del proprio”.

“Stare con i giovani non è un lavoro, ma una vocazione”. E, superati gli ottant’anni Salvatore Grillo continua, e gli si può augurare di continuare a lungo a essere un punto di riferimento per un’umanità fatta di incontri, di occasioni, di speranze e, in fondo, anche e soprattutto, di mistero. Sì, di quel mistero che è la risposta a chi vorrebbe trovare la ragione per tutte le cose e che è in fondo il volto nascosto della Provvidenza.

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