Caro millennial,
tu sei nato negli anni intorno a quello del crollo del muro di Berlino, quindi hai diritto a considerarlo un avvenimento della storia dell’umanità più che di quella personale, dato che eri troppo piccolo. Hai però anche diritto ad esserne informato in modo corretto e veritiero, santo cielo. A questo ho pensato vedendo il manifesto celebrativo del crollo del muro pubblicato dal Partito democratico, che mi fa vergognare di essere concittadino di chi l’ha realizzato e voluto. Il manifesto contiene l’immagine di un uomo che, applaudito dalla folla, prende a martellate un muro e recita: “Sono passati 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. E, oggi come allora, chiunque costruirà muri per separare le persone, ci troverà pronti ad abbatterli. Nessuno può fermare la storia, soprattutto chi prova a riportarla indietro”. Poi il titolone: “Potete costruire muri, ci troverete ad abbatterli”.
Ti chiedo scusa, caro millennial, se una tale spudoratezza mi costringe a riassumere eventi accaduti quando tu non c’eri. Cerco di farla corta e semplice, ne hai diritto.
Nel 1989 il Pd si chiamava Pci, Partito Comunista Italiano. Poi ha cambiato due tre nomi, in trent’anni ovviamente diversi politici di allora non ci sono più, ma qualcuno ancora sì. Comunque viene da lì. Il Pci aveva come riferimento l’allora mamma di tutti i comunisti, la Russia, che si chiamava Unione Sovietica. Essa era governata da una forma di totalitarismo comunista derivante dalla rivoluzione russa del 1917, che prevedeva campi di concentramento, sterminio di cittadini, assenza di libertà e perfino la miseria nera. Pensa che infatti il crollo del muro e di tutto il sistema comunista è avvenuto non per una rivolta, ma perché la politica comunista era talmente oscurantista e disumana che, applicandola, morivano di fame. Quella dell’89 è stata la prima rivoluzione accaduta senza rivoluzione!
Ora, i russi avevano vinto la seconda guerra mondiale, occupato i paesi dell’Europa orientale ed imposto loro lo stesso regime comunista. Tra questi paesi c’era anche la Germania nazista, il grande nemico; raccordandosi con gli alleati occidentali – Gran Bretagna, America, Francia – i russi hanno occupato l’est della Germania, gli altri l’ovest. Si sono formate così due nazioni, una sul modello occidentale e l’altra su quello comunista. Anche la capitale Berlino è stata divisa in due: Berlino Ovest ed Est. Siamo nei primi mesi dopo la fine della guerra. Quando i tedeschi hanno visto come si mettevano le cose, chissà perché, hanno cominciato a scappare a frotte verso l’occidente. Questo accadeva soprattutto a Berlino, dove il confine correva tra le sue case e strade.
Per bloccare l’emorragia, i comunisti hanno prima steso una barriera di filo spinato, sparando a chi tentava di valicarla, ma inutilmente. Tu, caro millennial, che ami le immagini, avrai forse visto quella scena molto celebre in cui persino un soldato della Germania Est salta sul filo spinato e se ne scappa in occidente. Visto che le fughe e gli ammazzamenti non smettevano, fu costruito il Muro di Berlino, un serpentone di cemento che spaccava a metà la città.
Ok millennial, ti chiedo adesso: sono riuscito a chiarirti chi ha costruito il muro? Per questo mi vergogno della mistificazione storica del manifesto del Pd, soprattutto di quell’inciso: “Oggi come allora”. Eh no, “allora” i parenti dei democratici di oggi hanno approvato il muro, così come poi hanno disapprovato le rivolte di Praga e d’Ungheria, fino a quelle di Piazza Tiananmen, contro il regime comunista cinese, avvenute nello stesso anno del crollo del muro di Berlino. Posso farti nomi e cognomi di intellettuali di sinistra che presero posizione a favore dei regimi comunisti. Qualcuno lo conosco di persona e qualcuno se ne vede ancora pontificare di politica in tivù o nelle università.
Caro millennial, mi dispiace per come qualcuno tenta di infinocchiarti, e di infinocchiare anche quelli della mia età che non sanno più focalizzare i fatti accaduti, per noi addirittura in diretta con la nostra vita adulta e consapevole. In queste settimane siamo nel mezzo di una campagna scandalistica sulla memoria storica, sull’odio causato dalla dimenticanza del passato, e così via. Giusto. Ma allora cominciamo a raccontarlo obiettivamente questo passato, il più possibile, e a non attaccare manifesti che questa memoria non sembrano solo averla perduta, ma addirittura rivoltata.