È ancora fresco di stampa l’ultimo libro di Gianni Varani, Il senso di Eva per la vita (San Paolo, 2023). È la narrazione della vita di una straordinaria famiglia bolognese, i Lappi di Casalecchio di Reno, commissionata da un’associazione non profit, Insieme per Cristina. Nel titolo di questo libro c’è una eco letteraria.



Qualcuno rammenterà il romanzo di Peter Høeg Il senso di Smilla per la neve, dove la protagonista ha una sensibilità così profonda per la neve da scoprirvi i labili e fuggevoli indizi di un delitto. Ma la storia di Eva  – il suo “senso” – è di tutt’altro genere. Questa ragazzina totalmente disabile, che ha appena compiuto contro ogni previsione i 18 anni e che vive perennemente in una condizione di terapia intensiva, rappresenta la scoperta, attraverso tracce di dolore, speranze e incontri imprevisti, del valore immenso e del significato di Eva stessa e di qualsiasi vita umana, in qualunque condizione si trovi.



Attorno a Eva ruotano quattro fratelli e tre sorelle, assieme al padre e alla madre. Ma sono molti di più quelli che l’hanno incontrata e amata. Anche l’impresa artigiana del capofamiglia – denominata “Ora et Labora” – è coinvolta nella sua storia imprevista. In qualche modo hanno convissuto con Eva, e con gli abitanti della sua cittadella, prostitute, rom, tossicodipendenti, carcerati, senzacasa, depressi, cercatori di vita. Molti tornano a trovarla, credenti o miscredenti, lieti o infelici.

Eppure, Eva non parla, non può muoversi dal suo lettino spaziale, è costantemente, notte e giorno, sul limitare tra la vita e la morte. Molti avevano pensato che non sarebbe sopravvissuta. Ma non la pensava così don Oreste Benzi, amico della famiglia.



Ora Eva è maggiorenne. In lei convivono un attaccamento alla vita imprevedibile e una battaglia permanente. Possono bastare venti secondi di ritardo perché il suo piccolo grande cuore cessi di battere. Qual è il suo segreto?

Nelle pagine emozionanti della sua avventura e della sua famiglia – introdotte dal cardinale Matteo Zuppi, che descrive “una vita realmente piena, meritevole di essere vissuta e tesa a una autentica felicità” – non c’è una storia pietistica o un santino religioso. C’è l’incontro, carico di stupore, di chi si è imbattuto nel giacimento di sorprese, drammi e squarci affettivi narrato attorno alla grande tavola di una famiglia pronta ad aprire la porta, senza preavviso, a chi bussasse disperato o semplicemente affamato. Ci sono perfino pagine ignote della storia bolognese, come gli anni in compagnia di don Giuseppe Dossetti, che accolse nei “cubetti del Friuli” sulle colline di Monteveglio, senza distinzioni di religione o di etnia, chi fuggiva dalla dimenticata guerra dei Balcani. I genitori di Eva erano lì, in piena povertà ma ricchi di amore, mentre Eva si avvicinava alla vita e al suo lungo calvario di prova e di speranza. L’autore ha devoluto i ricavi all’Associazione Insieme per Cristina.

Il senso di Eva per la vita sarà presentato a Bologna venerdì 10 febbraio alle ore 21 presso l’Auditorium di Illumia, via Carracci 69/2. Promotori “Incontri Esistenziali”, “Insieme per Cristina”, “Amici di Beatrice”.

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