Il romagnolo mons. Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca e presidente della Conferenza episcopale della Federazione Russa, ha recentemente pubblicato il suo quarto libro. Dopo Cattolici in Siberia. Le origini, le persecuzioni, l’oggi (1999), Guardare ciò che accade (2010) e La piccola Chiesa nella grande Russia (2022), è uscito La luce dell’Amore (Marcianum Press-Studium, 2024). Qui, il prelato racconta la luce dell’amore di Dio, dunque dell’amore sponsale, che risplende nella liturgia. Essa emerge quale filo conduttore della sua riflessione, frutto delle meditazioni e conversazioni trasmesse in lingua russa da Radio Maria, in particolare durante gli anni della pandemia, ma non soltanto, nell’ambito della rubrica radiofonica che lo stesso mons. Pezzi intrattiene settimanalmente con ascoltatori di lingua russa d’ogni parte del mondo. Tali riflessioni sul matrimonio e sull’amore hanno accompagnato altresì gli incontri che il vescovo tiene in Russia con i giovani che verificano la vocazione al matrimonio, e con le giovani coppie di fidanzati durante il cammino di preparazione allo stesso sacramento.
A onor del vero, queste riflessioni sono utili anche a coloro che sono già sposati, perché possono aiutare i coniugi a riscoprire ogni giorno la bellezza di questa chiamata di Dio, della propria vocazione. Il libro è articolato in un’introduzione e due parti (L’inno all’amore di San Paolo e Il matrimonio come vocazione), senza dimenticare l’ultima sezione, che in realtà si configura quale vera e propria terza parte, dedicata nello specifico alle Conversazioni sulla liturgia.
Tali Conversazioni evidenziano altresì i contributi dei papi Benedetto XVI e Francesco nell’affrontare due punti fondamentali dell’esperienza cristiana: la vocazione personale di ciascuno (nel nostro caso, il matrimonio) ed appunto la liturgia, come richiama, ad esempio, la recente Lettera apostolica Desiderio Desideravi di papa Francesco. A nostro modesto giudizio, una chiave di lettura delle centinaia di riflessioni di mons. Pezzi, nate dagli incontri con le coppie che ha seguito o a cui si è rivolto, è proprio la domanda: “è davvero questa la mia vocazione?”, che sottintende come il fidanzamento sia il momento di prova adeguato per verificarla, perché, come afferma in un altro punto, “L’unione tra un uomo e una donna è un’unione per la vita”, ovvero un unione “per sempre”, per: “Tutti i giorni della mia vita”, come richiama san Paolo, la quale richiede un proprio cammino (come ogni aspetto della vita, peraltro) e non si costruisce in un giorno o in pochi incontri parrocchiali.
Il matrimonio è dunque un fatto vero, che purtroppo la società odierna, non soltanto in Occidente, manipolata dal potere tout court, sta cercando di eliminare in ogni modo, trasformando l’amore in un oggetto di consumo come tutto il resto. Come, ad esempio, il fatto che “Per sua stessa natura, il matrimonio è aperto alla fecondità (…) realizzata nella genitorialità, (essa) implica non solo la nascita effettiva dei figli, ma anche la loro educazione”. È l’educazione ciò di cui il potere vuole appropriarsi per dominare l’uomo e sottometterlo ai propri progetti.
Il cuore del libro è e resta “la Liturgia”, la liturgia dell’amore, che emerge quale semplice lezione di realismo cristiano. Infatti: “Senza Cristo non possiamo fare nulla, ma con Lui tutto è possibile”. In tal senso, per ogni uomo ed ogni donna che vogliano intraprendere un “percorso comune di crescita nel vero amore”, è fondamentale non essere soli, avere un punto di riferimento (un sacerdote, una persona consacrata, una coppia di sposi, un gruppo di fidanzati che stanno compiendo lo stesso cammino…); in sostanza, una compagnia con cui condividere e confrontare il percorso intrapreso e le proprie domande. Fino a giungere, nella libertà e nei tempi di ciascuna coppia, alla pienezza del proprio amore.
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