Da un anno a questa parte ogni martedì al mio risveglio prendo in mano il cellulare, ancora assonnata, e trovo un messaggio su WhatsApp: “Ecco, è arrivato l’articolo di don Simone”. Lungo la giornata diventa “merce di scambio” tra amici, amici di amici e così via. È diventato un appuntamento atteso. Eppure si tratta di semplici articoli scritti per un giornale locale, ora raccolti in un libro, L’intensità dell’istante (Youcanprint, prefazione di don Alberto Cozzi). Che cosa c’è di così interessante per i lettori?



Tutti sappiamo bene quanto sia raro trovare, nella folla, la voce di qualcuno che sappia toccare le corde del cuore, aiutandoci così a prendere coscienza di noi stessi, del mistero irriducibile che siamo. È entusiasmante accorgersi che la coscienza di sé non nasce da una introspezione psicologica ma dall’impegno con la vita, con le sfide di ogni giorno, da quello che sorprendiamo in noi nell’imbatterci con i fatti che accadono. È qui che possiamo veramente scoprire la risorsa che è la nostra umanità, con tutte le sue sfaccettature. Siamo fatti bene e nulla di quello che accade fuori di noi e in noi è contro, ma anzi, un alleato prezioso. Queste pagine sono un susseguirsi di esempi di questo lavorio davanti ai fatti.



Emerge un soggetto in movimento. Un “io”, diremmo. Quello dell’autore, ma anche il nostro. Perché ci si può lasciare colpire e ferire dal vedere un “io” vivere così. A partire da semplici fatti quotidiani, come il contraccolpo davanti alla ripresa della scuola, davanti alla mossa inaspettata di un ragazzino in classe, davanti ad un sondaggio elettivo, davanti alla morte di persone famose o meno, davanti alle feste, concerti e al tempo liturgico… la realtà può rimanere muta o parlare, a seconda di quanto ciascuno sia impegnato con la propria umanità. Non basta, infatti, vivere i fatti per imparare qualcosa; è il lasciarsi interrogare da quei fatti, lasciare che scavino in sé.



E così nel leggere via via il contraccolpo vissuto dall’autore davanti a fatti di vita quotidiana, piccoli o grandi che siano, siamo portati dentro al vortice della nostra esistenza, di quello che ciascuno di noi è chiamato a vivere. Dalla lettura sorgono segrete domande: cosa rende possibile questo sguardo sul reale? Da cosa è generato? Ed io, nella mia esperienza, dove vedo accadere questa intensità di vita? E soprattutto scatta la ricerca di quella paternità contagiosa da cui ogni articolo trae linfa.

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