“Io non ho mai visto uomini tristi che guardassero con occhio così ansioso verso il minuscolo lembo d’azzurro che chiamiamo cielo, e verso ogni nuvola felice che sfilava in una così strana libertà.”

Queste parole che Oscar Wilde scrive nel carcere di Reading mi hanno accompagnato durante il racconto che Francesca Mambro dedica a Silvana. Al desiderio di cielo azzurro che Silvana trova in un foulard disteso sul volto, a coprire la “voliera” in rete di metallo che preclude la visione compatta del cielo.



Il passaggio coperto che ho trovato in entrambe le strutture carcerarie nelle quali ho lavorato. A Maiano girando un film, a Mountjoy, in Irlanda, progettando un’opera lirica.

Si dice, in antropologia, che le cose sono ciò che di loro facciamo. Ed allora vorrei parlare del libro di Francesca, Il Bacio sul Muro e altre storie (Settimo Sigillo, 2022), come di un circuito di ricette, squisite, e cibi del cuore che divengono un circuito di persone, in cui il piano della vita immaginata e quello della vita vissuta, per la strana dimensione che il tempo assume in carcere, stranamente coincidono.



Una dimensione regolata dalle piccole eucarestie, come le chiama Francesca.

Se non siete mai entrati in un carcere, e, credetemi, è un’esperienza molto diversa e lontana dalla iconografia cinematografica, uno dei primi termini di relazione sarà proprio l’offerta del cibo. Qualunque piccolo conforto. Un biscotto, un cracker, uno spicchio di arancia sono funzionali al racconto struggente, e denso di amara poesia, e molta ironia con cui Francesca descrive l’universo della prigione e della detenzione. Un libro di ricette rimasto aperto in attesa di venire ripreso e raccontato con uno sguardo più attento ed un linguaggio più profondo.



“Ecco, sei arrivata in questo nuovo posto, questa è la tua nuova cella, le tue nuove compagne. Sarai stanca. Hai viaggiato, la traduzione sul blindato, con gli schiavettoni ai polsi si è conclusa. Puoi riposare. Dividiamo una mela”. Questo è il non detto se si sa ascoltare.

Da qui iniziano i racconti: Tempo, 41 bis-cottato, Picnic, Voghera Restaurant, Natale, È passato del tempo. Il libro, che dovrebbe essere memoria, è terribilmente attuale. Attuale nel descrivere la condizione immutata all’interno delle carceri, nel descrivere la “terribilità” dell’isolamento, l’assurda, fino ad essere esilarante, burocrazia delle domandine. E c’è spazio per l’amore, per tutte le declinazioni dell’amore. Quello tenero e colmo di speranza, quello lacerante per i figli che crescono tra le porte aperte delle celle e saranno poi re-stituiti al mondo esterno. Quello per le famiglie.

Voi che venite da fuori, mi dicevano a Maiano…

Noi che veniamo da fuori, se avessimo uno sguardo attento, saremmo capaci di riconoscere tutte le persone attraverso le quali Francesca ci racconta il carcere. Le abbiamo sicuramente incontrate, ci sono passate accanto.

Preziose come preziosa è la testimonianza di Francesca nello scrivere un libro che racconti il carcere femminile.

Di cui si parla molto poco. I progetti coinvolgono quasi sempre più la popolazione detenuta maschile, che quella femminile. Le compagnie teatrali sono ai maschili, così come la maggioranza dei corsi di studio e di laurea; del femminile non abbiamo notizie.

Il Dóchas Centre, carcere femminile di Dublino, è stata la mia finestra su quella che Francesca chiama “una struttura concepita dagli uomini per gli uomini e recentemente adattata sommariamente alle donne”.

Il Dóchas aveva una architettura moderna ed avveniristica, addirittura piccole villette con patio interno dove poter condividere spazi e… cucina!! Eppure, la desolazione e lo scorrere lento ed inutile del tempo erano, se possibile, maggiori a quelli di Mountjoy.

Nessuna rappresentazione di Antigone per loro, come quella per la quale, a Rebibbia, Francesca rinuncia ad un permesso tanto agognato per non lasciare le compagne prive di Clitemnestra ad un giorno dal debutto.

Ho conosciuto Francesca all’Associazione per la quale lavora, Nessuno Tocchi Caino. Mi ero rivolta a loro per tutelare le persone protagoniste del mio film in caso di comportamenti non corretti da parte della stampa. Se ne occupò la dottoressa Mambro.

Ricordo ancora quel giorno di 15 anni fa. Entrai nel portone di Largo Argentina e trovai questa elegante giovane signora bionda. “Ciao Porzia, sono Francesca. Posso offrirti un caffè?”.

La prima delle nostre piccole eucarestie. Delle storie di ognuno di noi se, senza pregiudizio, “vogliamo guardarci dentro in un flusso di coscienza che non lascia alibi ed iniziare il viaggio in mare aperto”.

“Il bacio sul muro e altre storie” di Francesca Mambro sarà presentato lunedì 12 giugno 2023 alle 18 presso la Sala Ricci in Piazza San Fedele, 4 a Milano. Intervengono Alessia Lautone, Cristiana Lodi, Claudia Mazzuccato, Maurizio Tortorella. Coordina padre Guido Bertagna. 

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