La prima cosa che colpisce del saggio NFT e metaverso nelle industrie creative. Vademecum per un futuro prossimo venturo (non distopico), proposto da Giulio Centemero per i tipi della casa editrice Castelvecchi di Roma, è la chiarezza e la preziosa semplicità con cui vengono spiegati i complessi elementi informatici che costituiscono la frontiera più avanzata del mondo web, e l’ambito in cui si stanno evolvendo le nuove sfide dell’economia, delle professioni e delle creatività. Il lettore viene accompagnato per mano, senza strattoni né sobbalzi, in un percorso di conoscenza e consapevolezza che una volta si sarebbe chiamato di “saggistica democratica”, ovvero un testo tecnico-scientifico scritto con un linguaggio comprensibile a tutti (virtù che oggi, tra cyberintellettuali e smanettoni millennials, è merce sempre più rara).
Centemero prende le mosse da un sunto storico delle principali tappe che hanno segnato l’evoluzione del web, dalle prime intuizioni visionarie di Vannevar Bush ai giorni nostri, preconizzandone le future direttrici di sviluppo. Delineato lo scenario o meglio “l’eco sistema” che costituisce internet e l’universo World Wide Web, disvela, uno ad uno, mettendoli ordinatamente in fila, i segreti connessi a parole che incontriamo, sempre più spesso, nei media come oggetti misteriosi, a volte inquietanti. Secondo Centemero “la tecnologia produce sorprese che nessuno poteva prevedere e che talvolta, nel mondo attuale, veloce e con pochi confini, scoprire, capire e definire diventa sempre più complesso. Approcciare, nel 2024, il mondo del web3, degli NFT, delle criptovalute e del metaverso è imprescindibile, ma è necessario e utile anche fare chiarezza, rispetto a questo ecosistema che delineerà il futuro più prossimo, di cui tutti noi saremo inevitabilmente i protagonisti”.
La pietra angolare su cui si sta edificando questo nuovo mondo virtuale è la tecnologia blockchain, che ci viene spiegata con esempi concreti nelle sue innumerevoli declinazioni. Uno strumento informatico utilizzato per creare un sistema di archiviazione e trasmissione dei dati, sicuro, indipendente e decentralizzato. Le blockchain sono catene di dati che contengono informazioni registrare in modo certificato e possono, quindi, generare sia file duplicabili in modo seriale, perfettamente conforme all’originale, oppure unici e irriproducibili. Oggetti virtuali che per la loro caratteristica intrinseca possono, quindi, essere connotati da due distinte forme di valore: duplicabile “fungible” (come le monete stampate dalla zecca di una banca centrale); oppure, “non fungible” uniche e irripetibili, come un’opera d’arte o qualunque oggetto che afferisca alla proprietà intellettuale. È così possibile gestire in rete quello che è stato battezzato come “metaverso”, ovvero un universo parallelo a quello materiale, in cui possono essere create, spostate, scambiate e amministrate monete, immagini, ambienti, eventi ed esperienze come nel mondo reale.
“Se cercassimo di spiegare – chiarisce Centemero – cos’è il metaverso potremmo dire che è una Rete di mondi virtuali che possono essere vissuti in modo sincrono e persistente da un numero effettivamente illimitato di utenti con un senso individuale di presenza al loro interno, e che garantiscano la continuità dei dati relativi a identità, storia, diritti, oggetti, comunicazioni e pagamenti”.
Le opportunità che questo nuovo contesto sta generando non sono scevre da pericoli sociali e inquinamenti criminali, per questo analizzare, studiare e regolamentare gli elementi costitutivi del metaverso è il compito che le istituzioni culturali e politiche devono affrontare, superando quel deficit di conoscenza che spesso, purtroppo, le connota. E da questo punto di vista, ci rallegra il fatto che una persona competente in materia come Centemero sieda in Parlamento e collabori fattivamente con le università. La velocità con cui il Web si sta evolvendo non ammette vuoti legislativi, sociali e accademici.
Il testo, già in distribuzione nelle librerie e sulle piattaforme on line, è corroborato da un’ampia e ben articolata prefazione di Angelo Miglietta, professore della Università IULM di Milano e da un capitolo “verticale” sul metaverso applicato alla moda, scritto da Giada Tognon, dottoranda di ricerca in Communication, markets and society presso il medesimo ateneo.
Nel complesso NFT e metaverso nelle industrie creative è un saggio divulgativo indispensabile per chi opera negli ambiti di comunicazione, marketing, design, moda e visual art ma è raccomandabile anche a quei boomers che, come il sottoscritto, spesso si sono sentiti sbalzati in un futuro indecifrabile e distopico. Dopo averlo letto, mi sono sentito un po’ più consapevole e molto meno inquieto. Si sa che nel nostro vecchio mondo la conoscenza riesce ancora a liberarci dalle paure.
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