C’è un appuntamento da non perdere nella Milano estiva che ci attende. Un appuntamento molto originale che si sottrae alla filosofia accondiscendente e banalizzante degli eventi. È un’Odissea che attraversa una delle zone più emblematiche – dinamica e insieme drammatica – della città: quella del Municipio 4, che coincide con lo spicchio a sudest del tessuto urbano. Nell’arco del mese di luglio si snodano una decina di appuntamenti in luoghi imprevisti ma sempre profondamente connessi con la vita di quel pezzo di città. Spiega Luca Doninelli, uno degli artefici del progetto: “Esplorare la zona 4 ha voluto dire incontrare chi ci vive, nelle situazioni più contraddittorie, le vicende umane più diverse, dalle zone benestanti fino ai luoghi dove si consuma il rito della sofferenza. È un’esperienza che ci ha restituito un senso più profondo, più vero di cosa significhi portare teatro e musica là dove – contraddittorio e insieme meraviglioso – pulsa il cuore della città”.
Punto d’appoggio di tutta questa affascinante operazione proposta da Desidera Teatro Oscar è il poema omerico, che fornisce le suggestioni per questo viaggio inquieto alla ricerca della nostra Itaca, non nell’Egeo ma proprio tra le strade, le case e le piazze attraversate da ansie, paure, ma anche da desideri e sogni. Così nel viaggio, che ha forma di rappresentazioni teatrali uniche come unica è la vita, incontreremo, di volte in volta, sera dopo sera, personaggi come la Nutrice che è una donna che ritorna dall’Ade (il sotterraneo della piccola chiesa del Nocetum) per raccontarci la complessità della “cura”, elemento così presente nell’Odissea e per noi contemporanei così difficile da esercitare.
Ma avremo a che fare anche con il cane Argo, che attende il padrone che con lui è vissuto per strada per tanti anni, cercando il benessere di una relazione: un monologo bizzarro e straziante (all’ex Macello). Penelope si paleserà negli spazi vasti di Piazzale Libia: storia di una giovane donna che si accorge di non voler più essere solo una brava, ottima ragazza su cui si può contare, ma di voler sperimentare l’altrove, la perdita, l’allontanamento da casa.
Non mancheranno le Sirene, il cui canto echeggerà sulle vetture della 90-91, il mitico filobus che percorre tutta la circonvallazione esterna della città raccogliendo ogni giorno un’umanità contrassegnata da tante storie e tanti dolori: il canto delle sirene è costituito dal residuo delle voci rimaste incastrate tra i sedili e le porte delle grandi bus.
C’è anche molto altro nel programma di questa Odissea metropolitana che toccherà anche uno dei luoghi più emblematicamente drammatici della città, la stazione di Rogoredo, a pochi passi dal boschetto, calvario quotidiano per tanti ragazzi dipendenti dalla droga. Ma l’aspetto originale del progetto sta nel fatto che protagonisti, nei ruoli di autrici e autori, sono sette giovani coordinati da Angela Dematté, drammaturga con alle spalle una grande esperienza di proposte teatrali sempre declinate in rapporto con l’attualità e la vita reale. “Da marzo in poi, questi nuovi autori hanno raccolto storie, respirato atmosfere per poi trasfigurare tutto questo in altrettanti testi pulsanti”, racconta Dematté. “Ne sono nati testi ‘pulsanti’ perché scritti in soli due mesi e perché cercano, attraverso l’azione teatrale, di farci guardare diversamente luoghi quotidiani ma soprattutto perché sono pieni dell’energia vitale e bizzarra della giovane età di chi li ha scritti”.
Cantiere Odissea è stato inaugurato settimana scorsa con un Invito al viaggio, testo scritto da Giacomo Poretti, una delle anime del Teatro Oscar, e si concluderà il 25 luglio con la voce di una altro big, Gioele Dix, Vorrei essere figlio di un uomo felice. Non perdetevi le tappe di questo viaggio!
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