“Ogni minuto è di Dio” ci rammenta ancora oggi Antonio Sarcina: scomparso quattro anni fa ma vivissimo di una memoria speciale. Quella che ha spinto Giovanni Santambrogio, giornalista e scrittore, a raccontare in un volume la storia di un uomo, di un medico, di un cristiano.
Storia di Antonio Sarcina, medico (Itaca, 2020) non è una classica biografia e neppure una semplice raccolta di ricordi. È la testimonianza tuttora vivente di una vita che ha attraversato molte altre vite, lasciandovi sempre tracce importanti: che nel libro riconfluiscono tutte, rivelando – ed è questo il tratto più originale, reso con mano felice dell’autore – una singolare armonia. Da sua moglie Cristiana ai suoi figli Ilaria, Eleonora, Giacomo e Carlo; dai suoi pazienti ai suoi colleghi al Poliambulanza di Brescia (dov’è stato fondatore del reparto di chirurgia vascolare); fino a tutti i confratelli di un vita in Comunione e liberazione: tutti coloro che hanno restituito il “loro” Antonio hanno avuto conferma di aver partecipato con lui al progetto, al desiderio di un’esistenza intensamente umana e cristiana.
Ogni momento sotto l’occhio di Dio. Anche l’appunto di diario da cui sono tratte le primissime righe del libro: “1 luglio 2013. Il minuto che mi ha cambiato la vita, pensavo alla pancreatite… assalito da un mare di pensieri, ma sopra tutti: perché proprio a me; posso morire presto; non governo la mia vita”. Non è stato l’inizio della fine per Antonio, al contrario. Per un uomo che aveva – voleva avere – “la primavera nello sguardo”, i quasi tre anni di malattia, di consapevole attesa della morte, sono stati di grazia profonda e visibile: un periodo in cui è riuscito a donare se stesso ancora di più.
“Ho visto qualcosa difficile da spiegare” negli occhi e nei gesti di Antonio, dice nel libro il cappellano dell’ospedale di Desio, un sacerdote originario del Mozambico, che lo ha conosciuto negli ultimi giorni. Ma proprio la ricerca, l’educazione continua a “qualcosa difficile da spiegare” – di cui tuttavia la realtà è ben nitida nella fede – è stata l’esperienza di una vita. Di ogni istante. Di una preghiera di guarigione – assieme alla moglie – davanti alla tomba del santo medico Giuseppe Moscati. Ma anche di un sorriso – fondamentale – regalato a una paziente operata alle dieci di sera, dopo una giornata piena di urgenze. Il minuto speso ad ascoltare una figlia che si esercita al pianoforte (oppure – in sala operatoria – un cd rock regalato dall’altra figlia). L’attimo di un clic – di migliaia e migliaia di clic – sulla macchina fotografica: quasi sempre a ritrarre, a incontrare un volto (quel volto, sempre quello di Cristo). Il tempo senza tempo davanti a un affresco. Il tempo pieno di tempo nel guidare una fraternità di Cl. Il tempo per tutti, cioè per la crescita del proprio sé.
Primo gennaio 2016: “La vita è una strada, un percorso che ci è chiesto di fare così come ci si prospetta: soprattutto è la vita, è ‘una’ e ‘unica’, nostra, irripetibile, non barattabile con nient’altro, perché è donata…E come ogni dono è buona in sé. C’è solo una condizione che è determinata dalla nostra libertà: percorrere questa strada da soli o in compagnia. Perciò il mio augurio per il nuovo anno è di continuare a percorrere questa strada insieme a voi, al movimento e alla Chiesa tutta. Un abbraccio, Antonio”.
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Il volume può essere acquistato in libreria o scrivendo a: [email protected]. L’Associazione Cura e Vita costituita nel 2019 per ricordare Antonio Sarcina ha fra i suoi fini quello di assegnare ogni anno una borsa di studio all’allievo più distinto del corso di scienze infermieristiche attivo presso il Polimabulanza di Brescia.