Il senso del viaggio è cambiato nei secoli. In fondo fino all’avvento dell’automobile e poi dell’aereo, si viaggiava poco e male. Viaggiavano i ricchi, gli artisti, gli uomini di cultura. Viaggiavano gli eserciti. Viaggiavano i pellegrini.
Eppure la storia della letteratura è ricca di esperienze, reali o mitiche, di viaggi. L’Odissea di Omero è considerata la pietra angolare su cui è stata costruita una tradizione narrativa che ha dato vita a due capolavori come le Argonautiche di Apollonio Rodio e l’Eneide di Virgilio.
La tradizione cristiana ha poi fatto del viaggio l’allegoria del cammino dell’uomo verso la vita eterna, un cammino che tocca i punti più alti con Dante Alighieri e la sua Divina Commedia: una metafora della vita, dal peccato alla redenzione, dal desiderio della scoperta alla contemplazione della gloria infinita.
Ma altrettanta fortuna hanno progressivamente avuto anche i racconti di viaggi reali come Il Milione di Marco Polo o il Giornale di bordo di Cristoforo Colombo. Tempi di grandi avventure per mari sconosciuti, di scoperte di terre lontane in un mondo che diventa sempre più globale. Si potrebbero citare molte esperienze raccontate in libri che, grazie all’invenzione della stampa, avevano una sempre più ampia diffusione.
Forse una delle più significative è quella del Viaggio in Italia di Johann Wolfgang Goethe, un diario, pubblicato nel 1829, un libro che più che una descrizione di luoghi e monumenti, è un racconto delle impressioni del paese e, soprattutto, della gente, insieme a commenti su arte, cultura e letteratura.
Nella stessa linea, pur con le dovute proporzioni, è il libro che Massimo Merlino, manager di grande esperienza internazionale, ha scritto con l’orizzonte del mondo sui viaggi che nell’arco di una vita intensa lo hanno portato nei cinque continenti. Il titolo è già un programma: Parlavo con le pietre delle cattedrali (Francesco Brioschi Editore, 2024).
Un libro in cui si intrecciano le esperienze personali e professionali con giudizi politici sull’attualità, ma che ha come filo conduttore la curiosità di conoscere la forza nascosta nelle pietre delle grandi opere dell’uomo. E così si parla dei mal di pancia sulla Transiberiana come dell’ottimo wifi sul metro di Santiago del Cile, ma anche del business dell’innovazione digitale insieme alle testimonianze di fede e civiltà delle cattedrali gotiche che punteggiano l’Europa.
Una vita, quella dell’autore, di inquieti successi professionali tra grandi imprese e piccole start up, tra consulenza e insegnamento, tra vita di provincia e puntate verso la Nuova Zelanda così come in Giappone o in Cina. Ma sempre con una linea guida: “Mi consolavo – afferma nell’introduzione – parlando con le pietre delle mie chiese, che, sole mi restituivano forza e fiducia in me stesso”.
Come non ricordare la poesia di Riccardo Cocciante nel musical Notre Dame de Paris: “E questo è il tempo delle cattedrali / La pietra si fa / Statua, musica e poesia / E tutto sale su verso le stelle / Su mura e vetrate / La scrittura è architettura”.
La storia delle pietre è la storia della civiltà. E le cattedrali sono il segno più evidente di come la passione possa avere una forza espressiva che unisce la bellezza delle pietre lavorate dall’uomo alla grandezza del senso della vita.
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