Il libro di Davide Rondoni Quasi un paradiso (Sem, 2020) è come una tavolozza di colori, che trovano la loro perfetta mescolanza e armonia attraverso un incessante andirivieni di personaggi, situazioni, emozioni che descrivono non solo la bellezza della mia terra (la Romagna), ma riescono ad incuriosire e appassionare il lettore calandolo in quello, che credo, sia uno dei posti più affascinanti e curiosi della nostra bella Italia.
Al di là delle mie origini geografiche e di ogni possibile campanilismo, Rondoni con questo libro ridà vita e vigore a vecchi ricordi sopiti e sbiaditi. Ricordi che appartengono sì alla sottoscritta, che ha avuto inconsapevolmente la fortuna di vivere in Romagna, ma che fanno parte della cultura italiana generale e che spaziano dalla letteratura alla cinematografia, dall’imprenditorialità alla politica.
Celebri personaggi sono nati e vissuti in Romagna e molti altri l’hanno scelta in seconda istanza. Tutti sono rimasti vittima del suo incanto e nessuno mai sembra essersi sottratto, o avere in qualche modo respinto, questo insolito magnete.
“La terra del pensiero simpatico” viene descritta con un’apparente semplicità che spiazza il lettore, ma che in realtà veicola, attraverso un circuito emozionale fatto da curiosi personaggi e sentimenti contrastanti, la cultura della Romagna. Il “patàca”, i briganti, i poeti, le storiche pescivendole. Protagonisti a volte buffi, caricaturali, ma ricchi di un’intensità tale da rappresentare la vera essenza del territorio. Un territorio capace di grandi slanci, che con leggerezza e grande consapevolezza vive la sua identità e, con fierezza, la comunità.
Una terra a volte bizzarra come alcune delle sue espressioni colorite e divertenti. A volte fredda, come alcuni inverni particolarmente rigidi, ma al contempo passionale, verace, commovente come le albe che si vedono, al far del giorno, dalle sue bellissime spiagge o dalle colline dell’entroterra.
Una ruota panoramica dalla quale si fa fatica a scendere. Un vero vortice emozionale. Un alternarsi di scenografie naturali, una riserva inesauribile di “forza e dolcezza”.
Ogni luogo descritto dall’autore si anima, prende vita. La vicenda amorosa tra Prima (detta Bruna) ed Enea (detto Nino) è uno spaccato di vita, un racconto delicato e commovente che sfiora le corde del cuore con grazia e poesia. Il richiamo a don Francesco Ricci, mio compaesano e con un’anima da combattente che veglia sulla nostra comunità, da uno dei posti più affascinanti ed evocativi che conosca: Premilcuore.
Una narrazione vivace, intensa, divertente e con un richiamo all’infinito che si confonde con il panorama immortalato e impresso sulle cartoline, che si diverte a dissolvere la linea di demarcazione tra cielo e mare. Una vera e propria guida che vi aiuterà ad amare la Romagna e le sue mille sfaccettature, intercettarne i personaggi, gli stereotipi, le diverse anime e l’evoluzione di un territorio, accogliente, ospitale e generoso.
E come dice l’autore “in Romagna non si arriva. Non è che ti dicono ‘mancano cento chilometri alla Romagna o dieci’. In Romagna ci si ritrova”, come quando ci si riscopre innamorati. Accade e si è lì, inebetiti e a volte inermi, ma inebriati e felici. L’unica controindicazione, cui fa cenno anche l’autore, è la malinconia che si prova dopo aver visitato la Romagna (o addirittura nel viverci). Sembrerà strano, ma è così. Un sentimento difficile da spiegare. Per qualcuno è la “saudade”, per noi romagnoli, consentitemi la licenza, è più “U’ jé vnù un quel”.
Buona lettura.