Una rivisitazione in chiave moderna, anzi di più, contemporanea, dei Promessi sposi dove Renzo è un nerd con gli occhialini sul naso che gioca a basket e scrive musica rap e Lucia ha gli occhi magnetici e il colore ambrato della pelle che hanno certe donne pachistane. È il nuovo romanzo scritto da Sara Magnoli e illustrato da Riccardo Ambrosi edito da Pelledoca (novembre 2023) dal titolo Il cuore in guerra. Un racconto ricco di riferimenti all’attualità e di sfumature che vanno dal romantico al noir e che ha per protagonista il cuore. Quello degli adolescenti che affollano il romanzo, Lorenzo e Noura in particolare, i novelli Renzo e Lucia, ma anche quello di un popolo che gira loro intorno e dove troviamo i don Rodrigo, l’Innominato, il conte zio, la monaca di Monza e padre Cristoforo che assume sembianze femminili nella quasi omonima professoressa Cristofori.
Un romanzo volutamente costruito per richiamare I promessi sposi come scrive nella postfazione l’autrice. “Nella ricorrenza dei 150 anni dalla morte di Manzoni ma soprattutto a 200 anni dalla conclusione del Fermo e Lucia, prima anima dei futuri Promessi sposi, ho cercato, pur con tutti i miei limiti, di celebrare l’opera che più amo tentandone una rilettura (o reinterpretazione?) ai giorni nostri”. E ciò che della Magnoli traspare nel libro, oltre all’amore per il più grande dei nostri scrittori, è la passione per il cuore in tumulto degli adolescenti che vivono grazie al suo romanzo. D’altronde se fra i ringraziati a fine libro compaiono ragazzi di varie scuole superiori significa probabilmente che, vedendoli in azione, Magnoli ha imparato a conoscere lo loro ansie, le paure, i desideri e i sogni. Anche le espressioni gergali se no, credo io, non avrebbe utilizzato il verbo – verbo? – “friendzonare” in una delle prime pagine del libro (per chi come me non lo sapeva: Friendzonare = in un rapporto fra due persone non voler andare al di là dell’amicizia).
Con i numerosi riferimenti alla realtà che Il cuore in guerra contiene, non si può dire ci sia esplicitamente anche quello della denuncia sociale. Eppure quando leggi di un morto sul lavoro il cui cadavere è occultato per nascondere un impiego in nero o di una ragazzina che vive in una casa famiglia dopo essere stata allontanata dai genitori che l’hanno promessa in sposa sin da bambina ad un adulto amico di famiglia non puoi non pensare alla triste cronaca nera che scandisce le nostre settimane, fatta di violenza e soprusi. Soprattutto ai danni di stranieri che sono costretti a scappare dai loro paesi di origine. Se Lucia per cercare di sfuggire a Don Rodrigo salì su una barca e attraversò il lago di Como, Noura, una volta giunta in Libia con i genitori in fuga dal loro Paese, è costretta a prendere posto su un barcone e compiere il viaggio della speranza dall’Africa verso l’Italia. Dove l’attende una vicenda di umiliazione e sofferenza che però, come nei Promessi sposi, non è fine a se stessa e si chiude con uno sguardo di speranza sul futuro.
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