“Sopra di me volavano giganteschi ed esplosivi Led Zeppelin. In quel cielo vedevo una lunga scala diretta verso il paradiso. Udivo gli Who che mi suggerivano di guardare, sentire, toccare e curare Tommy, ma il ragazzo non poteva sentirmi. Ho rincorso il buffo Sgt Pepper verso terre lontane e tante storie di pura immaginazione”. Ecco, eccole le storie di pura immaginazione.



Massimo Bonelli ama giocare con le parole, lo fa benissimo, grazie alla possibilità di lanciare in italiano i codici speso rimasti segreti nelle centinaia di migliaia di canzoni rock che abbiamo ascoltato per decenni. Mischia queste parole, questi codici, e ne trae immaginifici palloncini colorati come quelli dei fumetti per portarci in viaggio insieme a lui nei sogni, nelle speranze, nei desideri, anche nelle paure, che le canzoni in modo inconscio e impercettibile ci hanno comunicato per tutta la vita.



Bisogna averla amata davvero tanto la musica per esserne entrati così profondamente dentro per trarne questi “Rockonti” (Caissa Italia Editore, 175 ppg., 15,90 euro) divertenti, appassionati, apparentemente sconclusionati. D’altro canto Massimo Bonelli dentro alla musica ci vive da sempre: per oltre quarant’anni in qualità di dirigente di due delle più importanti case discografiche al mondo (per capirci, quella dei Beatles e quella di Bob Dylan) è stato a fianco di rock star, subendone anche i capricci, e ha preso parte a programmi radiofonici e quant’altro.

Qual è la realtà e quale la finzione di questi racconti? Ma è importante davvero saperlo? Sapere cioè se Bonelli ha ballato con Joan Baez guancia a guancia nel retro palco di un concerto, mentre aspettava il suo turno; sapere se ha girato tutta la notte per le strade di Milano con Grace Slick accompagnandola a prendere il tram; aver conosciuto il pediatra della famiglia Jagger che visitò il piccolo Mick con la febbre alta quando dalla bocca gli spuntò una lingua enorme e senza fine; aver aiutato un simpatico alieno chiamato Ziggy a organizzare festival e concerti magnifici, da Monterey a Woodstock, da Big Sur all’Isola di Wight a Hyde Park per fermare con la musica una invasione extraterrestre (oggi ne organizzeremmo volentieri uno al confine tra Ucraina e Russia). Naturalmente non chiederemo a Massimo Bonelli se quella notte Grace Slick gli regalò la pillolina che rende larghi e piccolini allo stesso tempo, per ispirargli queste storie…



No, non importa davvero perché la musica è sconfinamento tra realtà e fantasia e il mondo appare più bello grazie a questo viaggio.

E grazie a Massimo Bonelli, che sa tenere inchiodati fine alla fine dei suoi racconti per scoprire dove ci conduce: “Quando la musica finisce, quando questa storia termina spegnete la luce per favore. Restiamo in silenzio a sognare di musica e d’amore”. Ecco.

(Il libro contiene una assortita playlist di canzoni consigliate da ascoltare mentre lo si legge, anzi sempre, quando questa vita balorda e incalzante ce ne lascia il tempo. La musica guarisce).