L’estate a Milano, si sa, è un periodo sui generis: l’aria si fa pesante di umidità, le strade si svuotano, i gelatai triplicano il fatturato e i ventagli stancano le mani delle sciure. Come recitava il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi in uno sketch sui luoghi comuni: “Quant’è bella la città… ad agosto! Perché non c’è nessuno e allora te la godi!”. Se normalmente ci avviciniamo ai mesi estivi con la curiosità di chi, avendo letto il libro, guarda il film, quest’anno però possiamo aspettarci qualche novità. In primo luogo perché non tutti potranno andare in vacanza e quindi saranno “obbligati” a restare in città; e poi alcuni (commercianti, liberi professionisti…) dovranno continuare a lavorare, data la chiusura dei mesi primaverili.
Proprio in questi giorni si stanno rimettendo in moto le compagnie teatrali che, adeguandosi a tutte le misure di distanziamento sociale, promuovono una stagione estiva straordinaria. Compito alquanto arduo per problemi di natura diversa: numero di spettatori in sala insufficiente, distanze interpersonali non rispettabili in tutti gli spazi (platea, foyer, quinte, palcoscenico)… Gli organizzatori teatrali si dovrebbero trasformare in abilissimi trapezisti per destreggiarsi tra le norme comunque importanti e le necessità reali di ogni particolare teatro. Un bel grattacapo insomma per tutti gli addetti ai lavori.
Qualcuno però ha deciso di accendere un faro, o meglio, un fanale di speranza: il Teatro Oscar-DeSidera, preso in gestione per la stagione 2019-2020 da Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi, accende i motori e si sposta per la città con una serie di spettacoli su… tre ruote! Una piccola ape car che “da oltre mezzo secolo porta gelati, merci e lavoro per la città” trasporterà per tutta la capitale meneghina spettacoli, letture e musica. La sfida è grande ma allo stesso tempo inevitabile e necessaria perché, come dicono i direttori, “sentire raccontare storie per noi uomini e donne è come respirare”. Proprio in questo periodo che i nostri dialoghi sono stati invasi da parole come ossigeno, respiratori automatici, mascherina, allo stesso tempo abbiamo capito che non basta respirare coi polmoni ma abbiamo bisogno che tutto il nostro essere prenda grandi boccate d’aria. E tutte le domande, anche le più scomode, che sono sorte durante la quarantena, possono trovare un posto sul palcoscenico, perché il teatro “è un gioco meraviglioso” che distanzia da noi le nostre stesse paure e domande per poi in realtà ridonarcele più ricche di prima.
L’altro aspetto sensazionale di questa avventura è proprio il carattere itinerante. Come vuole la leggenda, Tespi un giorno prese il suo carro, vi attaccò un paio di cavalli, si pitturò la faccia e – via! – per le strade della Grecia iniziò a farsi il teatro! E così l’uomo occidentale ha imparato ad amare quel rito in cui, unendosi agli altri, conosce se stesso meglio che elucubrando tra le quattro mura di casa: “Fin dalla sua nascita, uno solo è stato l’obiettivo del Teatro: dirci chi siamo”.
Ma questo può avvenire solo in una condivisione, anche solo tra un attore e uno spettatore, e, fatto ancora più eclatante, una condivisione in uno spazio non casuale ma con dei connotati precisi e riconoscibili: Milano. Ed ecco che, a partire dal 25 giugno con Giacomino Poretti, il Mototeatro arriverà in Triennale, a Calvairate, al Museo Diocesano per incontrare i cittadini e sfidarli a riappropriasi di uno spazio che, per quasi tre mesi, è rimasto abbandonato a se stesso; perché la città vive solo attraverso la partecipazione attiva di tutti. E così potremo attraversare questa crisi, imparando a guardare i problemi con giudizio, ad accogliere “una inaspettata consolazione” e – perché no? –, accettando le condizioni difficili in cui tutti ci troviamo, a godersi un’estate un po’ diversa. Sempre con la mascherina indosso.
–
Qui le informazioni sugli eventi in programma del Teatro Oscar DeSidera