Nell’epoca delle passioni tristi e della confusione morale, segnata dal nichilismo fiacco e logorante di una mentalità meschina, l’esperienza di Semën Ljudvigovič Frank (1877-1950), grande pensatore russo dei primi anni del Novecento, costituisce una luce straordinaria e singolare. Questo autore è in grado di attraversare il cammino della vita marcato dall’incertezza e dalla comune mediocrità sazia di sé. La trascuratezza dell’io e la vuota dimenticanza delle esigenze del proprio cuore sono da Frank messe in subbuglio. Vengono letteralmente scosse dalla sua energia protesa al vero.
La filosofia di Frank non scaturisce, infatti, da una ricerca intellettualistica o da un gusto meramente filologistico, ma dalla fiamma della propria anima, che arde nella sua battaglia di lottatore dello spirito, nel serrato corpo a corpo con il suo tempo, diventando capace di incontrare le viscere generatrici della realtà.
La vita del filosofo russo evidenzia una actualis pugna contra diabolum caratterizzata dal desiderio di cambiamento, di passaggio ad Altro, di costante rinnovamento interiore dentro il buio della storia incombente. Nella sua vicenda storica, infatti, Frank attraversa con coraggio e grandezza d’animo un periodo storicamente drammatico, segnato da momenti cruciali e di svolta.
Nel 1899 viene allontanato da Mosca dalla polizia zarista per la stesura di un opuscolo antigovernativo. Nel 1922, dopo l’avvento del regime comunista, è costretto all’esilio con numerosi intellettuali. Nel 1938 fugge dalla Germania nazional-socialista per andare in Francia. Tappe cruciali di un percorso comune e di una via crucis certamente simili a quelli di una moltitudine di uomini, ma vissute secondo uno stile filosofico personale e significativo: l’ideal-realismo cristiano, contrassegnato dalla ricerca e dalla testimonianza viva.
La sua vita, infatti, si esprime, secondo un logos, con la parola, il gesto, la scrittura tutte intrise di un cuore palpitante per il desiderio di uscire dalle secche del nulla. Egli va, perciò, controcorrente rispetto al potere dominante e denuncia senza riserve ne L’etica del nichilismo in La svolta. Vechi (1909), una raccolta di saggi di Berdjaev, Bulgakov, Gersenzon eccetera, edita da Jaca Book (1990), l’impotenza, l’improduttività e l’inconsistenza dell’intelligencija russa rispetto a una concezione del mondo e della storia, ormai vincente, che censura sia le domande significative dell’umano che la dimensione misteriosa della realtà. Essa è prigioniera di una teoria meccanico-razionale della felicità, che riduce a mero benessere materiale l’esigenza fondamentale dell’io e a costruzione sociale organizzata la ricerca di una giustizia vera.
La sua filosofia non si accontenta, insomma, delle comode scorciatoie rispetto al grido di razionalità dell’io, perché è alla ricerca inesausta del Smysl žizni (Il Significato della vita) (1925), non a caso titolo di una sua opera. Nulla è più importante del lavoro su di sé e della purificazione dolorosa che non può avvenire senza Krušenie kumirov (La distruzione degli idoli) (1926), altro titolo di un suo testo fondamentale. Ma che cosa ha fatto sì che “il mondo diventasse favola” e il Mistero venisse ridotto a inconoscibile ignoto e/o fattore non determinante la vita?
Il suo capolavoro Nepostižimoe. Ontologičeskoe vvedenie v filosofiju religii (L’Inattingibile. Verso una filosofia della religione), da poco pubblicato da Jaca Book, con un’introduzione del sottoscritto, prova a rispondere alla questione, inaugurando un metodo in grado di riportare la domanda all’origine del suo porsi. A partire da tale via Frank riesce ad evitare quell’atteggiamento che elude la verità della vita come mistero e considera che tutto possa ricadere nell’ovvio, nel banale, in ciò che viene ridotto alla scontata misura dell’io.
La scrittura di Frank si struttura, perciò, strategicamente, a partire dalla lezione di Cusano, grande filosofo e mistico del XV secolo, in “una dotta ignoranza” intesa come kenosis, svuotamento ed esaustione del già saputo e dunque come apertura a una misura più grande e alta. L’opera di Frank si propone così come un’ammirabile e radicale critica alla genesi del pensiero moderno, i cui punti di snodo e di svolta hanno fatto sì che “il mondo vero diventasse favola”.
Lo scrittore dice il suo “basta!” a chi vuol dare lezioni alla realtà con il proprio discorso, perché non avvista l’ineffabile: ciò che sfugge, ciò che non si può gestire/manipolare. La cartesiana presunzione di una conoscenza chiara e distinta, prima, e la chiusura di fronte all’ignoto, poi – estromesso dall’orizzonte del presente –, hanno dato certamente luogo a una ragione che non considera più la realtà come Mistero.
Ma il Mistero non muore mai, non si esaurisce, anzi si annuncia, si presenta nel “di più” che emerge dal volto delle cose e degli esseri, interrogando nuovamente il soggetto. Il “di più” è, in effetti, la cifra, il proprio degli enti e della realtà. “Ogni cosa e ogni essere nel mondo è più e diverso di tutto quanto sappiamo di esso e di quanto lo riteniamo. Anzi è qualcosa di più e diverso di tutto quanto ci è possibile saperne”.
Il filosofo russo nella sua Iz istorii russkoj filosofskoj mysli konca XIX i načala XX veka. Antologija (Il pensiero religioso russo. Da Tolstoj a Losskij. Antologia, ed. Vita e Pensiero) (1965) sostiene perciò la biunità (anima-corpo) del soggetto, irriducibile e imbattibile. Né il potere esterno, né la mancanza interna possono eliminarla. La ricerca umana non può limitarsi, per ciò stesso, alla dimensione naturale e materiale, poiché vivrebbe una realtà amputata, mutilata dell’essenza vitale.
E d’altro canto la prospettiva dell’arrendersi o riflettere sulla dimensione eccezionale della vita, a partire da casi estremi, non rende giustizia al “di più” sempre presente.
Ma di che cosa è segno il “di più”? Cosa annuncia con la sua pro-vocazione? Per l’autore de L’Inattingibile mette in luce una Presenza ineliminabile: Dio-con me. Per il filosofo, è solo un Dio vivente (Dio-con-me), pulsante nella realtà, infatti, che, sommessamente, consente di guardare le contraddizioni, il male, il colpo a vuoto, le ferite del tempo. Il Tu inattingibile, e dunque non l’impersonale Egli, parla sempre nel “di più” irriducibile e presente nell’uomo/ogni uomo e nella realtà. Tale “di più” resiste ostinatamente alla forza di ogni ideologia che provi a piegarlo: non si spezza, non si infrange. Si tratta di accogliere, perciò, tale resto ineliminabile in una passività, che è la fuoriuscita dal sapere cartesiano o da qualunque legittimata posizione etica, che pretenda incapsulare l’incedere sempre eccedente della verità.
Frank, riallacciandosi a Dionigi, Massimo il Confessore, Palamas e Cusano, mette in questione perciò radicalmente l’edificio del sapere comunemente accettato, ritenendolo causa di una grave amputazione nella/della vita. In primis, la riduzione del Mistero della vita alla propria ottica o punto di vista, secondo un adattamento di comodo e/o di potere (zarista, comunista, nazista, anche interpersonale).
Il Mistero, nell’ottica di Frank, è inattingibile, non è conquistabile con uno sforzo conoscitivo o con un’avveduta costruzione logico-concettuale; non è raggiungibile neanche da un devoto approccio teologico, che finisce per essere pia chiacchiera. Esso sfugge al possesso, si può solo incontrare furtivamente, nell’intimo segreto di un cuore “che cerca gemendo” e che con “casta integralità” sia aperto al non dominio di sé/ degli altri/del mondo.
Il segreto nascosto della storia e degli uomini, Tu Inattingibile, per Frank è in grado di ri-determinare ora la storia di tutto/tutti, in un modo inafferrabile/ingestibile da ogni potere mondano: un modo massimamente umano, un “di più” che incide e cambia con la sua diversità.
Dal 31 maggio al 3 giugno 2020 a Cracovia si terrà un Convegno internazionale su S.L. Frank, organizzato dall’Università Pontificia “San Giovanni Paolo II”, dalla Casa Frank di Saratov e dall’Istituto di Filosofia “Edith Stein” di Granada. Tra i promotori del Convegno, sr. Teresa Obolevič, una tra le massime studiose del grande filosofo, autrice inoltre di numerosi saggi sulla filosofia russa.