Caligola. Amato, odiato, tradito: la storia mai raccontata del terzo imperatore (Giunti, 2024) di Silvia Stucchi è un’opera che invita a una riflessione profonda e stimolante sulla natura umana e sul potere. La scrittura di Stucchi è incisiva e coinvolgente, capace di trasportare il lettore in un viaggio attraverso le ombre e le luci di uno dei personaggi più controversi della storia romana. La prosa è ricca di dettagli e descrizioni vivide, che permettono di visualizzare le scene con grande chiarezza. L’autrice riesce a dare voce a Caligola in modo originale, permettendo al lettore di comprendere le sue motivazioni e le sue emozioni, anche nei momenti più oscuri. La caratterizzazione dei personaggi è profonda e sfumata, rendendo ognuno di essi memorabile e reale.
Inoltre, l’opera si distingue per la sua capacità di affrontare temi universali come la follia, l’ambizione e la fragilità umana, rendendoli accessibili e pertinenti anche al pubblico contemporaneo. Le riflessioni sulla moralità e le conseguenze delle azioni sono trattate con una sensibilità che invita a un’introspezione personale. Tutti ricordano Caligola per aver nominato il suo cavallo preferito senatore di Roma. Leggiamo lo specifico passaggio dal libro. “‘Ma no! Ma quale stalla! Incitatus avrà il suo scranno come tutti gli altri senatori!’, lo rintuzza Caligola. Il vecchio senatore quasi si lascia sfuggire di mano la coppa e resta così, a bocca aperta, senza saper bene che cosa dire o fare, mentre Caligola espone i propri piani per la carriera politica di Incitatus ai presenti: costoro, sempre più sconcertati, ascoltano sperando ardentemente che si tratti di un altro scherzo di pessimo gusto e che dal princeps venga, finalmente, l’autorizzazione a ridere. Invece, Caligola è serio, anzi, serissimo: a tanto arriva il suo disprezzo per il Senato, da ritenere persino il suo cavallo degno di far parte di quel consesso che risale ai tempi della fondazione dell’Urbe. Naturalmente, la notizia si diffonde con rapidità per tutta Roma e oltre: fama crescit eundo, ‘la fama si accresce man mano che si diffonde’, ammonisce il poeta”.
Se il romanzo della Stucchi è certo appassionante, ma anche ben documentato sulle fonti storiche, la personalità tormentata di Caligola ha ispirato un’interessante omonima opera teatrale di Albert Camus, pubblicata nella sua versione definitiva nel 1958. Per i docenti, può essere un proficuo scambio far leggere la biografia storica della Stucchi e, in parallelo, vedere una sua trasposizione in chiave esistenzialista dello scrittore francese. In questo modo si crea bene la consapevolezza negli studenti del sottile confine tra storia e biografia, e interpretazione letteraria, in quanto Caligola diventa rappresentante dell’animo umano. In conclusione, “Caligola” di Silvia Stucchi è un libro che consiglio vivamente a chi ama la storia, la letteratura e le narrazioni che sfidano il lettore a guardare oltre le apparenze. È un’opera che rimane impressa nella mente e nel cuore, lasciando un segno profondo e duraturo.
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