“Io ero una a cui Dio non interessava. Ero attratta da quella che ritenevo una bella vita, ma che in realtà era solo una apparenza ingannevole”. Sara Alessandrini, romana, 37enne, esperta in social media marketing, è sposata da dieci anni con Michele, avvocato. È cresciuta in una famiglia cattolica, anche se poco praticante, e ha studiato dalle suore, una “esperienza forte”. Poi un po’ alla volta, riconosce oggi, “mi sono allontanata dalle cose autentiche”, al punto che “mi recavo tutte le sere a ballare, tranne il lunedì, quando andavo al cinema”.



All’improvviso nella sua esistenza così spensierata irrompe il dramma. A 18 anni conosce un ragazzo, si frequentano, tra loro può nascere qualcosa ma per un mese non ha più sue notizie, fino a quando scopre che è morto in un incidente in moto. “Mi chiedevo: perché si muore a 20 anni? Il mondo non era in grado di darmi risposte, si limitava a continuare a offrirmi inutili palliativi nei locali di svago, in feste chiassose, negli amici”. Giunge alla conclusione che “tutto quello che prima mi piaceva e mi faceva star bene, di colpo non aveva più nessun senso per me. Mi sentivo un naufrago in mezzo alla tempesta. Avevo paura e non sapevo cosa fare”.



La verità è che Sara stava cercando Dio senza saperlo. La svolta avviene quando una vicina di casa che la sentiva piangere tutte le sere nella sua stanza la invita a partecipare a un gruppo di preghiera guidato da padre Ludovico, un frate minore carismatico che riesce a raccogliere attorno a sé centinaia di giovani. “Sapeva leggere nel cuore, ogni sua catechesi era una trasfusione di fede, un susseguirsi di parole di amore e di speranza. Padre Ludovico è salito al Cielo sette anni fa ma ha segnato profondamente la mia vita”.

Non è stato un colpo di fulmine, ma un cammino. “Il cambiamento non è avvenuto all’improvviso, ma è stato lento e faticoso. Il Signore ha avuto molta pazienza con me”. Gli amici di un tempo non la riconoscono più, sono sconcertati. “Come dare loro torto? Erano abituati a una Sara totalmente diversa, si sono invece ritrovati una che parlava di Dio, della Madonna e che voleva portarli a Messa. Incredibile! Anch’io faticavo a riconoscermi”. Ma il suo itinerario di conversione è solo all’inizio. Va quattro volte pellegrina a Medjugorje, poi ad Assisi, Loreto, Lanciano, Pietrelcina, Monte Sant’Angelo…



Sara non si ferma più. La ragazza che in chiesa si annoiava terribilmente, adesso non riesce più a visitare un paese, un borgo, senza entrare in tutti gli edifici sacri che incontra. “Sono capace di trascorrere ore dentro un santuario”, ammette. “Ne sa qualcosa mio marito”. Questa passione diventa la sua quotidianità, un impegno quasi professionale. Apre un blog di viaggi per raccontare i suoi itinerari religiosi, scoprendo così che ci sono tantissime persone, non solo credenti, interessate a Dio e alla spiritualità cristiana. Il suo account Instagram @saralessandrini coinvolge quasi 14mila followers e il suo travel blog è letto da più di 10mila persone ogni mese; ha una rubrica fissa sul mensile Il Timone. La sua particolare devozione per la Vergine Maria (“che mi ha tratto fuori dalla tempesta”) è alla base del suo primo libro, Un’altra strada. I miei itinerari mariani in Italia (Il Timone, 2022), che vuol essere una testimonianza sul campo “per tutti coloro che si sono smarriti, che hanno perso la via, una guida di viaggio sulle tracce della Madonna e accompagnati da Lei”. Una guida preziosa in questo tempo d’estate alla scoperta di itinerari che uniscono fede, cultura e natura.

La lista di Sara è composta di dodici santuari dedicati a Maria situati in altrettante regioni e da lei visitati in un pellegrinaggio durato un anno. Alcuni più famosi e frequentati, come la Madonna di Caravaggio in Lombardia o la Madonna di Monte Berico in Veneto, altri meno conosciuti, ma tutti legati a miracolose apparizioni della Madre di Dio. E immersi in uno scenario fiabesco, come la Madonna di Castelpetroso in Molise, o dotati di un fascino eccezionale, incastonati tra i monti, come la Madonna dell’Ambro,  nelle Marche. “Mio scopo è stato far scoprire luoghi sacri poco valorizzati, quasi sempre noti solo nelle regioni di appartenenza”. Di ogni santuario, illustrato da fotografie scattate dall’autrice, viene presentata la storia e ne sono descritte le caratteristiche, con informazioni specifiche su come raggiungerli, gli orari delle messe e altre notizie utili. Itinerari, spesso immersi nella natura, apprezzati e considerati belli e interessanti anche da chi non è credente. “Un’amica atea mi ha detto: ‘vengo con te ma ti dico subito Sara che non prego e non faccio nemmeno il segno della croce’. Ebbene quell’amica atea si è commossa, ha sentito che in quella chiesa in cui l’avevo portata c’era qualcosa e ha ammesso che non aveva mai vissuto un’esperienza simile. Insomma, un miracolo. E come lei tanti altri”.

“La vita del cristiano è sempre un cammino, un itinerario certo non facile ma in cui capisci che Dio ha un dono che offre a tutti: la vita eterna”, conclude Sara. “Ma un viaggio, proprio perché faticoso, ha bisogno di tappe in cui recuperare le forze e rinfrancarsi. Ecco, è questo il significato che attribuisco alla visita di ogni santuario mariano: una tappa in cui fermarsi, riflettere, meditare, rifocillare lo spirito prima di riprendere con più vigore la strada”. E dove ad attenderci “c’è la Beata Vergine, che ci accoglie con il suo amore materno, cura le ferite e gli affanni, restituisce la pace”. Per la travel blogger dello spirito “un viaggio ha senso solo se ti cambia la vita”.

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