Incipe, parve puer, risu cognoscere matrem:
matri longa decem tulerunt fastidia menses
incipe, parve puer: cui non risere parentes,
nec Deus honc mensa, Dea nec dignata cubili est
Comincia, o piccolo fanciullo, a riconoscere col sorriso la madre/, alla quale nove mesi arrecarono lunghi travagli;/ comincia, piccolo fanciullo; a chi non sorrisero i genitori/ il dio non concede la mensa, la dea l’amoroso giaciglio.
I versi finali della quarta bucolica di Virgilio, la più solenne e vasta come tematica e come interpretazione, sono segnati da una atmosfera famigliare: il bimbo sorride alla madre e viene ricambiato dai genitori. L’avvertimento dell’ultimo verso precede di molti secoli Freud e tutti i suoi seguaci: chi non ha goduto del bene esplicito del papà e della mamma avrà una affettività più arida, saprà godersi di meno i piaceri della vita.
Quale augurio più bello di questo scambio di affetti per i bambini che vengono al mondo o che festeggiano i loro primi compleanni?
Non di tutti si potrà dire, come per il figlio di Asinio Pollione al quale Virgilio dedica il suo componimento, che con lui nascerà un’era nuova, tornerà l’età dell’oro, che la pace si realizzerà per un lungo periodo. Tanti elementi comuni al profeta Isaia hanno spinto i cristiani a scorgere nella poesia di Virgilio i segni della venuta del Messia. È stato detto più di recente, e forse con qualche esagerazione, che ogni bimbo che nasce cambia il mondo. Ma certo il mistero della nascita commuove, come di un fatto non puramente biologico.
“Ho acquistato un uomo dal Signore” dice Eva dopo aver partorito Caino.
La cronaca fa scoprire non solo da oggi quanto sia facile che i bambini subiscano violenze di ogni tipo da persone vicine o insospettabili. Il seme della forza, della lussuria, della cupidigia ha attecchito molto bene anche nella nostra terra, una volta ferace per le messi, ora così impoverita dal cinismo degli uomini. Anche per questo è importante custodire il sorriso dei bambini piccoli e rispondervi, pur con la consapevolezza che esso in futuro potrà essere velato dal male e trasformarsi in pianto. Non è bene dimenticare gli abissi, ma ciò significa anche più grande attenzione alla sete d’amore con cui tutti nasciamo.