Da anni l’ospedale pediatrico di Roma “Bambino Gesù” è un centro mondiale all’avanguardia per lo studio della leucemia negli effetti più dannosi sui più piccoli: non sorprende dunque l’incredibile storia arrivata proprio dal centro sanitario Opbg (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù) dove per la prima volta al mondo è stato salvato un bambino di 14 anni dagli effetti collaterali dannosi della terapia Car-T. Grazie all’avveniristica depurazione del sangue – l’Aferesi – si è riusciti a contrastare gli effetti, al solito dannosi e pericolosi, della terapia Cart-T per il trattamento dei tumori del sangue. Un bimbo con leucemia acuta e da giorni ricoverato in terapia intensiva è stato prima curato con la terapia Car-T e poi subito dopo trattato con Aferesi: il risultato, spiega l’Ansa Salute, è stupefacente e dopo solo 15 giorni il piccolo è stato dimesso dalla terapia intensiva. Lo studio approfondito dell’Ospedale romano è stato pubblicato negli scorsi giorni sul Critical Care Exploration: la decisione presa dal team del Bambino Gesù è stata “critica” ma imposta dalla gravissima forma acuta cui andava incontro il piccolo bimbo ricoverato. Per questo motivo, i medici della Terapia Intensiva d’Urgenza e Oncoematologia pediatrica hanno utilizzato un particolare filtro per la depurazione del sangue (chiamato CytoSorb) e tramite il particolare utilizzo dell’Aferesi sono riusciti non solo a salvare il piccolo paziente ma a donare speranza per i circa 400 casi che ogni anno solo in Italia si presentano di bambini affetti da forme acute di Leucemia.
BAMBIN GESÙ: PRIMO CASO AL MONDO DI BIMBO “SALVO” DA EFFETI CAR-T
Come spiegavano le Iene nel passato servizio dedicato proprio alle tecniche innovative del Bambino Gesù per la leucemia infantile, «Dal sangue del bambino malato vengono estratti i Linfociti T, poi il dna di queste cellule viene modificato in laboratorio, alla fine i linfociti potenziati lottano contro il tumore e lo eliminano». Il problema di questa Car-T erano gli effetti collaterali che non permettevano in molti casi l’utilizzo di questa tecnica sperimentale: ora però tramite quella particolare depurazione del sangue tutto ciò sarà non solo possibile ma anche “probabile”. La pubblicazione dello studio di Gabriella Bottari e dei suoi colleghi dell’Opbg suggerisce, come riporta l’Agenzia Ansa Salute, che «l’uso dell’Aferesi combinato con la terapia Car-T può rappresentare una soluzione promettente per controllare le complicanze causate da questa terapia antitumorale, senza inficiarne in alcun modo l’azione». Ad oggi era circa il 25% dei pazienti sviluppava gravi effetti collaterali («la cosiddetta Cytokine Release Syndrome (CRS), caratterizzata da una risposta infiammatoria incontrollata e potenzialmente letale»): chiaramente la grande scoperta di questo inizio 2020 non significa la piena risoluzione del grave problema, ma l’obiettivo resta il contenere le complicanze di questa terapia, considerata comunque la nuova frontiera nella lotta ai tumori del sangue. Da oggi questo obiettivo è un po’ più vicino.