Antonio Fazio: “L’euro ha fallito, deve essere riformato”

L’economista Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia, sulle pagine dell’Avvenire ha parlato dell’euro, la moneta unica che ha storicamente sempre criticato e che è finita oggetto del suo ultimo libro. In generale, ritiene che la moneta europea abbia prodotto, a 24 anni dalla sua adozione nel 1999, più danni che effetti positivi, che attualmente pesano soprattutto sui Paesi meno ricchi, accentuando “le sperequazioni” tra partner europei.



La promessa dell’euro, ricorda Fazio, era quella di “tutelarci dall’inflazione e favorire la crescita”, ma che venne secondo lui adottata nel modo scorretto. “Sono stati invertiti gli obiettivi con lo strumento”, spiega, “l’economia ha dovuto sostenere la moneta“, mentre “lo sviluppo è stato sacrificato per garantire l’assetto monetario. La Grecia e su livelli diversi l’Italia, ma pure altre Stati, sono stati sottoposti a sacrifici e si è confermata la loro scarsa capacità di tenere il passo”. Similmente, l’euro secondo Fazio ha tradito anche “l’obiettivo della piena occupazione”, che ora è “sempre più lontano”. Similmente, l’economista spiega che la moneta unica ha accentuato “la sperequazioni” tra Stati, rappresentando inizialmente un vantaggio per “i sistemi economici più efficienti” generando “un effetto deflattivo sull’area“. Gli stati più poveri con l’introduzione dell’euro, spiega Fazio, sono stati costretti “a stare in equilibrio sulla bilancia commerciale” invece che “investire gli avanzi [dei paesi ricchi] nel resto dell’area”.



Fazio: “La BCE su inflazione e tassi ha sbagliato tutto”

Passando oltre, l’economista Fazio ha commentato anche le ultime decisioni della BCE che hanno avuto l’effetto di ulteriore riduzione del potere dell’euro. “La Bce ha fatto un errore madornale“, spiega, “avrebbe dovuto alzare i tassi d’interesse prima che l’inflazione prendesse vigore, invece ha atteso” ed ora sarà costretta “a tenere i tassi alti per altro tempo“. Scelte sbagliate, ma anche problemi strutturali, come il fatto che “i Paesi piccoli, hanno un numero troppo alto di voti” rendendo “difficile il controllo monetario”.



“L’errore logico dell’austerità”, spiega ancora Fazio, “è che, quando il livello iniziale del debito supera il prodotto, i tagli consigliati al disavanzo tendenziale hanno un effetto moltiplicativo che fa calare ancora di più il prodotto nazionale“. L’unico esito possibile secondo l’economista è una riforma dell’euro, che in quanto moneta unica “ha senza dubbio molti vantaggi” ma che è stata “imposta in un sistema troppo disomogeneo [riducendo] la domanda dei Paesi più deboli e provocando disoccupazione”. In chiusura, poi, Fazio ha parlato anche del salario minimo, proposta che ritiene essere “un condizionamento” non necessario che rischia di penalizzare “le imprese del Sud che hanno problemi. Sarebbe forse meglio”, suggerisce, “adottare forme di partecipazione dei lavoratori agli utili”.