In tutta Europa sembrano alzarsi sempre di più i venti di guerra, alimentati fino a pochi giorni fa solamente da alcune dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, prontamente criticate da quasi tutti i leader mondiali e, specialmente, da quelli europei, giungendo infine tra i banchi del Consiglio UE avviato oggi. Questo, almeno, è quello che emerge dalle bozze di chiusura del Consiglio, visionate e citate da diversi organi di stampa.
Nella bozza, infatti, si cita chiaramente la necessità di preparare l’opinione pubblica in Europa ad una eventuale guerra, che seppur non venga citata direttamente potrebbe essere contro la guerra (non a caso l’ordine del giorno principale del Consiglio è proprio la crisi in Ucraina). Secondo il documento è una necessità “imperativa” che si metta a punto un piano per la “preparazione militare-civile rafforzata nonché coordinata”, oltre che per la “gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce”. L’invito del Consiglio d’Europa, rivolto alla Commissione e all’Alto Rappresentate, è quello di attuare, a fronte della possibile guerra, “azioni per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi in un approccio che tenga conto di tutti i rischi e di tutta la società, in vista di una futura strategia di prontezza“.
Josep Borrell: “Guerra in Europa? Non servono allarmismi”
Insomma, la deriva verso la guerra dell’Europa sembra essere stata ormai intrapresa, dando in qualche modo seguito alle parole di Macron e, soprattutto, di chi vedeva nella sua posizione un modo per iniziare a preparare l’opinione pubblica. Per conoscere cosa conterrà questo eventuale piano di preparazione e coordinamento bisognerà aspettare che si concludano i lavori del Consiglio, ma è inutile sottolineare che la deriva preoccupa sempre di più.
In tal senso va, dunque, letto l’intervento pomeridiano di Josep Borrell, Alto Rappresentate per la politica estera dell’Europa, che ha precisato che “non bisogna impaurire la gente inutilmente” con la guerra. Questa, infatti, secondo l’Alto Rappresentate, “non è imminente. Crediamo nella pace, sosteniamo l’Ucraina e non siamo parte di questo conflitto”. Fanno un effetto diverso, invece, alla luce delle discussioni odierne in Europa sulla guerra, le recenti parole del Presidente del Consiglio Charles Michel, che ha avvertito che “se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra“.