Carlo Rovelli è un professore all’università Aix-Marsiglia, Co-fondatore di uno dei teorie che tentano di unificare la meccanica alla relatività quantistica e generale, nonché autore di successo e reduce del trionfo globale nel 2014 del libro ‘Sette brevi lezioni di fisica‘. Nell’intervista rilasciata a Le Figaro ha pubblicizzato il suo ultimo lavoro ‘White Holes’, in cui presenta al grande pubblico l’evoluzione dei buchi neri.



Il professore ha spiegato la diversa modalità con cui ha trattato il suo ultimo libro, usando un linguaggio più accessibile a tutti, immaginando come potrebbero evolversi i buchi neri, fino a spingersi all’ipotesi di una loro possibile ‘ripresa’ fino a trasformarsi in ‘buchi bianchi’. “Tutto nasce da una domanda quasi infantile. I buchi neri sono oggetti così densi da assorbire tutto ciò che si avvicina troppo, anche la luce. Ma cosa succede a ciò che cade? La relatività generale non ha risposta. Le equazioni dicono quindi che la materia alla fine si concentra in un punto geometria di densità infinita, una singolarità. Quello non ha senso. Quello che invece abbiamo fatto è stato immaginare cosa è successo quando abbiamo raggiunto la scala più piccola possibile nella nostra teoria della gravità quanto del ciclo. E allora vediamo che il fenomeno può essere invertito.”



I BUCHI NERI ‘EVAPORANO’ NEL TEMPO E DIVENTANO ‘BUCHI BIANCHI

In questa scienza immaginaria ricreata nel libro il Prof. Rovelli ha ipotizzato come i buchi neri ‘evaporino’ generando radiazioni leggere che potremmo definire ‘buchi bianchi’.

Proprio sui buchi bianchi si è poi voluto concentrare per non creare fraintendimenti nei lettori. “Sto parlando di un oggetto che non so, ma l’ho immaginato. Noi non abbiamo ancora osservato i buchi bianchi. Forse non esistono. La scienza viene spesso presentata come una sorta di verità rivelata, ma la storia della scienza è infatti una successione infinita di tentativi ed errori. Trovo affascinante l’ipotesi del buco bianco e, personalmente, ci credo. Ma a volte ne dubito anche io. È molto importante.” A margine di tutto ciò il professore ha anche voluto evidenziare come nelle scoperte scientifiche debbano cooperare diverse discipline, che, influenzandosi a vicenda permettono una visione scientifica più accurata.