Eugenio Abbattista torna a parlare a Le Iene. L’ex arbitro ha rilasciato una lunga intervista al programma di Italia 1 per raccontare le magagne del mondo arbitrale, dopo aver lasciato il settore. L’ex direttore di gara di Molfetta ha effettuato delle accuse precise nei confronti dell’Associazione Italiana Arbitri. “Adesso sono libero di denunciare lo schifo che c’era intorno a me” ha rivelato. Dure le dichiarazioni dell’ex arbitro, che ha proseguito: “Mi sono dimesso perché ero stanco della sensazione di schifo che avvertivo attorno. Mi sono sentito con un bavaglio alla bocca che non mi apparteneva. Impossibilità di parlare, di esprimermi e autorizzazioni negate“.



“Dopo il primo servizio che mi riguardava”, ha spiegato, “io ho chiesto di poter parlare, non mi è stata concessa l’autorizzazione. Perché? Risultava scomodo farmi parlare perché il documento che il massimo organismo degli arbitri ha prodotto nell’anno in questione e che ha permesso a me e ad altri arbitri di rimanere in organico, è un documento evidentemente falso”. Eugenio Abbattista si riferisce ai verbali secondo i quali, per la procura federale, veniva falsamente attestata la reale proposta di conferma e dismissioni degli arbitri in organico da parte dei valutatori dei direttori di gara. Questi erano il designatore Nicola Rizzoli per la serie A e l’ex arbitro emerito Emidio Morganti per la serie B.



Abbattista: “Verbale falso da parte dell’AIA”

Nell’intervista a Le Iene, Eugenio Abbattista ha proseguito parlando di un verbale falso: “Io dovevo andare a casa, dovevo smettere di arbitrare perché non era stato chiesto che io rimanessi nell’organico. Il documento che è stato prodotto attesta il mantenimento nell’organico mio, di Calvarese e di Giacomelli, quando, in realtà, la relazione che avevano presentato i due valutatori parla di me Giacomelli e Calvarese a casa. Morganti mi ha chiamato e mi ha detto ‘Alla fine dell’anno smetti di arbitrare per la massima permanenza nel ruolo come arbitro‘. Davo per scontato che sarei stato dismesso, tant’è che dopo quella gara ho anche mollato dal punto di vista degli allenamenti, dell’impegno, perché ritenevo che alla fine dell’anno avrei smesso di arbitrare”.



L’ex arbitro ha ancora continuato: “Dopo aver saputo della conferma, sono stato contento perché restare in campo comunque mi gratificava. Però poi quando ci sono stati i ricorsi dei colleghi dismessi ho iniziato a capire che qualcosa non era andato per il verso giusto. Ho richiesto due volte volontariamente di essere ascoltato dalla Procura Federale per fare chiarezza. Ho confermato che Morganti mi aveva già comunicato che avrei smesso di arbitrare e nelle audizioni, mi hanno chiesto più volte: ‘Ma sei sicuro? Ma è vero? E così? sei Certo?’. E, a conferma che il verbale del massimo organismo degli arbitri è falso, c’è un documento inedito che sono in grado di fornirvi dove c’è l’indicazione dell’organico della stagione. In quel documento lì né per Giacomelli né per Calvarese né per me, c’è un’indicazione di deroga o di conferma. Non c’è. Non lo troverete. Questo certifica che il valutatore Emidio Morganti, che voi avete intervistato, ha detto il vero: per me non era stata richiesta nessuna deroga, nessuna conferma“.

L’ex arbitro: “Circondato da uno schifo”

Proprio la sensazione di disagio all’interno di quello che era il mondo arbitrale, ha portato Abbattista a lasciare l’Aia: “Ero stanco di essere circondato da uno schifo. Era uno schifo sia dal punto di vista dei valori che dell’atmosfera che respiravo e ho detto basta. La sensazione è che la Procura non andasse alla ricerca della verità, andasse alla ricerca della versione più comoda possibile”. Questo clima poco democratico, a detta dell’ex arbitro influiva in alcuni errori sul campo “perché fanno parte di un processo psicologico”.