Galles: respinto il ricorso contro le lezioni di educazione sessuale ai bambini

In Galles il governo da settembre ha lanciato nelle scuole le lezioni di educazione sessuale per i bambini dai 7 anni in su che dovrebbe aiutarli a comprendere, tra le altre cose, meglio le questioni sull’identità di genere. Come sempre avviene in questi casi, però, alcuni attivisti e genitori degli alunni si sarebbero opposti a questo particolare insegnamento, adducendo come motivazione la tenera età dei bambini che renderebbe gli insegnamenti inadatti.



La denuncia contro le lezioni di educazione sessuale per i bambini era arrivata fin dall’annuncio del nuovo curriculum scolastico, presentata davanti all’Alta Corte che l’avrebbe presa in esame solamente a novembre. Ora, invece, la corte ha respinto il ricorso, lasciando invariato ed attivo il curriculum di lezioni di educazione sessuale per i bambini. Secondo la sentenza scritta e firmata dal giudice Justice Steyn, citata dal quotidiano locale NorthWalesLive, “la giurisprudenza e i testi invocati dai ricorrenti non supportano l’esistenza di un diritto fondamentale all’esenzione dagli insegnamenti. Respingo l’affermazione che tale diritto esista”. La natura del diritto stesso di esclusione dall’educazione sessuale, secondo il giudice, “è concettualmente dipendente da un preesistente obbligo di frequenza”, ed ha “l’aspetto di una legge, piuttosto che di un diritto”.



Le ragioni per il ricorso contro l’educazione sessuale

La ragione, e le regolamentazioni, presentate dai ricorrenti in merito alle lezioni di educazione sessuale ai bambini, cita l’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Secondo quanto sottolineato nel ricorso da Paul Diamond, che rappresenta genitori e attivisti, il nuovo curriculum scolastico non permetteva l’esenzione della frequenza delle lezioni. “Tutti e cinque i ricorrenti”, si legge, “hanno obiezioni morali e filosofiche al curriculum proposto e vorrebbero esercitare i diritti di esenzione per conto dei loro figli”.



“La proposta di insegnamento” di lezioni di educazione sessuale, continua ad argomentare Diamond, “è specificatamente costruita per essere carica di valore poiché gran parte dell’insegnamento, in particolare quello relativo al mondo LGBTQ+, riguarderà non fatti di natura scientifica ma teorie altamente controverse relative a scelte morali e comportamentali effettuate degli individui”. In gioco con le lezioni di educazione sessuale, secondo i ricorrenti, “è se ci sia un limite a ciò che può essere insegnato ai bambini (..) e se lo stato debba sostenere i valori della moderna democrazia liberale o adottare piuttosto una forma di totalitarismo ideologico“.