Il pianista Li Yundi, prodigio della musica in Cina, è stato arrestato a Pechino con l’accusa di “sfruttamento della prostituzione su segnalazione di cittadini insospettiti”, secondo quanto riferito dalla polizia. La notizia ha fatto rapidamente il giro del pianeta ed è stata ripresa in Italia dal “Corriere della Sera”, che spiega come l’uomo sia stato fermato dalle forze dell’ordine nella notte di giovedì, proprio mentre si trovava in compagnia di una prostituta di 29 anni in un appartamento di Chaoyang, quartiere centrale di Pechino.
Come si legge anche sulla stampa locale, i due hanno confessato e giova ricordare che “la prostituzione in Cina non è un reato penale, ma un’infrazione punibile con 15 giorni di detenzione amministrativa e una multa fino a 5.000 yuan (meno di 700 euro)”. Certo è che, al di là della multa che non è così onerosa per una star musicale come Li Yundi, la carriera di quest’ultimo rischia di essere giunta al capolinea, visto che nella capitale cinese da mesi è in corso una campagna di moralizzazione del mondo dello spettacolo contro gli eccessi dovuti alla popolarità.
LI YUNDI ARRESTATO: RINTRACCIATI I PAGAMENTI ALLE PROSTITUTE
In Cina, il “Quotidiano del Popolo” ha spiegato come sono andate le cose: alcuni cittadini hanno effettuato la soffiata alla polizia, che si è quindi posizionata davanti all’appartamento che Li Yundi usava abitualmente per i suoi appuntamenti clandestini, scoprendo che vi si recava ogni giorno alla stessa ora. “Sono stati anche rintracciati i pagamenti di Li alle prostitute, effettuati con il telefonino usando la piattaforma di WeChat, popolarissima in Cina”, spiega il Corriere.
Il tabloid “Global Times” ha aggiunto: “È noto che nel quartiere di Chaoyang sono attivi da decenni gruppi di cittadini probi che sorvegliano e segnalano alla polizia i reati, sono una sorta di agenti segreti del popolo con gli occhi sempre aperti e la vista aguzza”. Nel mentre, l’associazione dei musicisti cinesi e la società degli artisti lo hanno espulso con decorrenza immediata ed è stato oscurato un reality show al quale stava prendendo parte in qualità di giudice.