“Io ero piccola, ingenua, ma è stato un trauma per tanti bambini. Mio padre perse il lavoro senza motivo. Mia madre provò a spiegarmi che era successo perché era troppo bravo. E’ stato molto difficile. Le spiegazioni dei miei genitori erano un sollievo momentaneo, ma capivo che c’era qualcosa che non andava”: così, a Oggi è un altro giorno, Lia Levi sul dramma dell’Olocausto.
“Nascosta in un convento mi salvai dai nazisti”, ha ricordato la scrittrice, che ha ripercorso le sofferenze del tempo. “Mio padre ad un certo punto pensò di presentarsi ai tedeschi e disse ‘non abbiamo fatto nulla di male, cosa ci possono fare’”, ha rimembrato. Fortunatamente, lei e i suoi cari riuscirono a scampare alla deportazione: “C’è stato un grandissimo senso di colpa. Io l’ho avuto doppio, perché quando ero in convento pensavo che nascondersi fosse un’esagerazione”. (Aggiornamento di MB)
Lia Levi chi è: carriera e biografia della giornalista e scrittrice italiana
Lia Levi sarà ospite di Oggi è un altro giorno, condotto da Serena Bortone che la intervisterà su una delle pagine più nere della storia: l’Olocausto. Scrittrice e giornalista, nata a a Pisa da una famiglia ebrea è una delle poche superstiti di una delle colpe più atroci del genere umano.
Negli anni’40 la sua famiglia si è trasferita a Roma da Torino; Lia Levi da bambina dovette affrontare la persecuzione raziale dalla quale riuscì a sfuggire nel’43 e si nascose con le sue sorelle nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di Chambéry. Proprio per questo grande dolore, Lia Levi ha dedicato la sua vita a parlare di ciò che ha vissuto in diversi romanzi. Il più noto è il racconto autobiografico Una bambina e basta, diventando un po’ il manifesto di una generazione giovanile. “Non mi piacciono i grandi quando decidono di farti un discorso: si sentono evoluti e magnifici, ti guardano negli occhi, cercano il tono a mezza altezza… ora saprai tutto anche tu, ci penseranno loro a impacchettarti la notizia come una merendina” recita il libro. Nel 1967 ha fondato Shalom mensile che tratta la cultura e la storia ebraica, diretto ora dal suo compagno di vita Luciano Tas.
Lia Levi chi è: “che significa essere ebrei oggi”
Lia Levi, in un’intervista a mosaico-cem.it, ha parlato di cosa significhi essere ebrei oggi: “Prima di tutto bisogna distinguere tra osservanti e no. L’osservante ha una vita tracciata da seguire, è più semplice.”
E ancora: “L’ebreo laico deve invece fare conti con se stesso, rapportarsi con i principi dell’ebraismo sapendo che lo farà per una via più personalizzata, più difficile, perché si tratta di trovare un equilibrio. Come diceva Kafka, l’ebreo della modernità è come un animale che ha quattro zampe, due nel passato e due nella contemporaneità; un animale che si dibatte in un continuo dilemma. In un certo senso è un po’ così. È impegnativo essere ebrei, ma è anche molto bello. L’ebreo è un uomo sempre in bilico, ma è anche l’uomo della modernità. Ne vale la pena”.