Lia Thomas, la nuotatrice transgender che per anni ha diviso l’opinione pubblica, non potrà partecipare alle prossime Olimpiadi 2024 di Parigi gareggiando contro le donne. Questo, come si legge su Secolo d’Italia, quanto deciso dal tribunale sportivo dopo che la World Aquatics, la federazione mondiale di nuoto, aveva appunto vietato la partecipazione alla stessa atleta.



Lia Thomas aveva presentato ricorso ma ha perso, con il tribunale che ha comunque alla nuotatrice di poter gareggiare con gli uomini, cosa che ovviamente non farà. Lia Thomas aveva fatto un gran parlare di se per le sue vittorie e la sua vicenda. E’ stata la prima atleta transgender a vincere un titolo universitario a marzo di due anni fa, e in questi due anni aveva inanellato una serie di clamorosi risultati nelle gare femminili a cui aveva preso parte.



LIA THOMAS: “MI SENTO A TUTTI GLI EFFETTI DONNA”

Era però evidente come la sua struttura muscolare fosse differente rispetto alle altre atlete, e ciò rappresentava senza dubbio un aiuto nelle competizioni, di conseguenza il suo caso è stato attenzionato dalla federazione che aveva già bocciato la sua partecipazione a Parigi 2024, ora definitivamente accertata.

La nuotatrice, dal suo canto, ha sempre rimandato al mittente le accuse dicendo di non essere un uomo, specificando di aver completato il processo ormonale nel 2019 e di “sentirsi a tutti gli effetti una donna”, ma evidentemente tali motivazioni non sono bastate e di conseguenza il TAS, la corte di arbitrato per lo sport, ha deciso di rigettare l’appello di Lia Thomas, non ammettendola alle gare femminili e confermando quindi il precedente divieto. Soddisfatta la Wolrd Aquatics, che parla di passo in avanti molto importante a “protezione dello sport femminile”, sottolineando anche la volontà di promuovere un ambiente che sia equo, rispettoso e dove prevalgano le pari opportunità. Nel contempo ha fatto sapere di aver inaugurato una nuova categoria dedicata proprio alle nuotatrici e ai nuotatori transgender, di modo che non possano più verificarsi tali equivoci.



LIA THOMAS: “GENERE NON PUÒ SUPERARE LA BIOLOGIA”

A bocciare il ricorso di Lia Thomas è stata in particolare la decisione della corte in merito al fatto che i “requisiti operativi non possono essere determinati dalla situazione attuale” della stessa atleta, situazione che già in passato aveva spinto la NAUA, la National Association of University Athletes a fissare un limite massimo per quanto riguarda il livello di testosterone nel sangue per ammettere o meno un’atleta donna ad una competizione femminile.

Di fatto, come riferisce anche il quotidiano Il Messaggero, Lia Thomas aveva sempre un forte vantaggio sulla concorrenza nonostante avesse abbassato di molto il livello di testosterone nel sangue negli ultimi anni. Secondo Sebastian Coe, direttore del World Athletics e già campione olimpico, “il genere non può superare la biologia”, di conseguenza i parametri vitali non possono mentire, e nel caso di Lia Thomas sono stati ritenuti troppo superiori a quelli delle altre donne e quindi un vantaggio di fatto sleale.