Continuano a crescere le tensioni in Medio Oriente, esplose a Gaza a partire dallo scorso 7 ottobre e, poi, proseguite in tutta la regione, coinvolgendo progressivamente gli Hezbollah in Libano, gli Houthi nel Mar Rosso e (soprattutto) gli ayatollah dell’Iran, recentemente responsabili di un attacco contro Israele (che ha avuto anche una risposta da Tel Aviv) in risposta al bombardamento dell’ambasciata iraniana a Damasco: di questo ha parlato Houssein Hajj Hassan, 60enne tra i più accreditati dirigenti (non militari) del ‘Partito di Dio’ che sta dietro ad Hezbollah, in un’intervista rancorosa e infuocata rilasciata al Corriere della Sera.



Parte, mostrando proprio tutto quel risentimento, dal fatto che né il Partito di Dio, né i suoi miliziani, né tanto meno il Libano come istituzione politica “riconoscerà mai Israele, neppure se lo dovessero fare i palestinesi in terra di Palestina”. Soffermandosi sull’accaduto a Damasco, ci tiene a condannare l’occidente che “se una pietra viene tirata contro un’ambasciata europea, punta il dito contro l’Iran”, ma non ha fatto nulla per condannare “il raid israeliano. Il vostro silenzio è scandaloso“, sottolinea il dirigente di Hezbollah accusandoci di avere “due pesi e due misure”.



Il dirigente di Hezbollah: “Le tensioni in Medio Oriente sono colpa di Israele e dell’Occidente”

Sul secondo raid da parte di Israele compiuto contro l’Iran, Hajj Hassan ritiene che spetterà agli ayatollah decidere “come reagire”, mentre parlando del suo Libano specifica chiaramente che “noi risponderemo puntuali a ogni loro raid con le armi e le strategie decise” da Hezbollah, che chiama “la nostra Resistenza”. Nell’ultimo periodo, ricorda, “Israele ha provato sulla sua pelle un piccolo assaggio dei nostri arsenali”, ma a fronte di ulteriori provocazioni promette che la risposta libanese sarà di gran lunga “peggiore”.



“Il governo Netanyahu“, accusa Hajj Hassan che sembra averne per chiunque non sia parte della ristretta cerchia araba, “mira ad espellere tutti i palestinesi in Cisgiordania e Gaza” e teme che a fronte di una vittoria, “il Medio Oriente [sarebbe] inondato da milioni di profughi”; non solo, perché tutte le tensioni scaturite dal 7 ottobre si sono originate, secondo lui, dopo “la creazione nel 1948 di un’entità terrorista, razzista e aggressiva quale è Israele, con il pieno sostegno di voi occidentali”. Chiudendo, infine, sul rapporto tra Iran e Hezbollah, ci tiene a precisare che gli ayatollah “sono nostri alleati”, mentre loro sono “prima di tutto libanesi“.