Libano, dopo due settimane di proteste di piazza il premier Saad Hariri ha rassegnato le sue dimissioni. L’annuncio è stato dato dallo stesso presidente: «Abbiamo raggiunto un punto morto, c’è la necessità di uno choc per superare questa crisi». Come ci ha raccontato Camille Eid, il popolo libanese è sceso in strada per protestare contro il carovita e la corruzione: proteste popolari antigovernative che sono sfociate in scontri con le forze dell’ordine. A partire da Beirut, in tante città sono stati registrati scontri tra i manifestanti e i seguaci del partito armato filo-iranianiano Hezbollah e dell’alleato Amal. Saad Hariri ha evidenziato in una conferenza stampa: «Ho preso questa decisione dopo aver ascoltato le richieste dei manifestanti, rassegnerò le mie dimissioni al presidente della Repubblica Michel Aoun».
LIBANO, IL PRESIDENTE SAAD HARIRI SI E’ DIMESSO
Le proteste antigovernative hanno preso il via lo scorso 17 ottobre 2019 dopo l’annuncio da parte del Governo di una tassa sulle telefonate gratuite attraverso i servizi di messaggeria via Internet, come ad esempio Whatsapp, e sono state abbracciate da migliaia di persone per denunciare i servizi pubblici scadenti e l’economia sempre più in difficoltà. La rabbia dei manifestanti non si è placata nemmeno con l’annuncio di un piano di riforme economiche con la nuova legge di bilancio: le proteste sono dilagate in tutto il Paese, con il premier Hariri che ha provato a ripiegare – senza successo – su un possibile rimpasto di governo. Nonostante l’annuncio delle dimissioni del presidente, gli scontri in piazza non si sono fermati: distrutti gli accampamenti di tende a Riad, violenze perpetrate dai sostenitori di Hezbollah e Amal. Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore.