Libera fiction di Rai1 è una storia vera? A chi si ispira il personaggio di Lunetta Savino
C’è grande attesa per la prima puntata della nuova fiction di Rai1 Libera che vede protagonista Lunetta Savino nei panni, appunto, dell’omonima giudice integerrima e rigorosa sul lavoro che affronta il dramma della figlia morta in circostanze mai del tutto chiare. Dopo aver svelato le anticipazioni sulla puntata di questa sera, martedì 19 novembre 2024, in molti si chiedono se Libera fiction di Rai1 è una storia vera oppure no. In realtà non è una storia vera in senso stretto nel senso che non è tratta da nessun fatto specifico realmente accaduto.
Tuttavia, gli autori, gli sceneggiatori e il regista se da un lato è vero che hanno scelto di basare la storia su un personaggio fittizio dall’altro è anche vero che si sono ispirati a fatti e vicende realmente accadute e contesti realistici avvalendosi anche dell’aiuto e della collaborazione del magistrato Giacomo Ebner, magistrato del Tribunale di Roma che ha permesso agli sceneggiatori di assistere alle udienze ed accedere ai processi decisionali dietro i verdetti, aggiungendo un tocco di realismo ai casi affrontati dalla giudice Orlando. Insomma Libera fiction di Rai1 è una storia vera? No ma è ispirata a fatti realmente accaduti.
Libera, chi è il magistrato Giacomo Ebner a cui si ispira la fiction di Rai1
Chi è Giacomo Ebner il magistrato che ha ispirato la figura di Libera Orlando nell’omonima fiction di Rai1? Per rispondere a questa domanda prendiamo in prestito le parole che lui stesso ha usato per descriversi in un’intervista rilasciata a IlForoVibonese.it: “Sono Giacomo Ebner, 112 chili di peso per 191 centimetri di altezza. Ho il morbo di parkinson da quasi 20 anni, sono un giudice che trema ma senza paura. Ho scritto ‘Dodici qualità per sopravvivere in Tribunale (e non è nemmeno certo)’ e adesso ho realizzato con tanti amici questo nuovo libro, ‘Guida Galattica e norme per adolescenti’ Ci abbiamo messo tempo per pubblicarlo proprio perché è scritto a più mani. Infatti tengo a ricordare che la prefazione è di David Sassoli che, come sapete, nel frattempo è mancato. Amo gli avvocati: senza di loro non andremmo da nessuna parte, Ma amo anche i magistrati, ovviamente non quando si dividono per questioni di potere. Quando morirò spero di incontrare Dio ma spero anche che lui non sia laziale”. Ha 59 anni ed è applicato alla VII sezione civile del Tribunale di Roma. Nulla si sa, invece, sulla sua vita privata.