Uscire all’Immacolata per poter fare un Natale in famiglia (comprando soprattutto i regali, con la risalita minima dei consumi), per poi ridare la colpa agli italiani e richiuderli tutti in lockdown totale dal mese di gennaio. Questo è il piano ben poco augurante che potrebbe attendere il nostro Paese nelle prossime settimane, secondo quanto riportato dal “misterioso” capo di gabinetto anonimo intervistato da “Libero Quotidiano” dopo che già nei mesi scorsi aveva raccontato alla stampa della precisa volontà del Governo di strutturare apposta male le leggi sui ristori per scoraggiare i cittadini dal chiedere gli indennizzi. Ora torna sulla scena direttamente dalle stanze del potere a Palazzo Chigi, dopo il libro scritto assieme al collega della Stampa, Giuseppe Salvaggiulo (“Io sono il potere”): «il piano è riaprire tutto all’Immacolata, garantire lo shopping, le sciate, qualche mare esotico, i cenoni e le feste di Natale con severe prescrizioni, ben sapendo che non saranno rispettate. Così nella seconda metà di gennaio il governo potrà richiudere». Il piano “choc” del Governo Conte, con l’accordo del Comitato Tecnico Scientifico, resta ovviamente una “retroscena” rivelato dalla “talpa” del potere, ma farà certamente rumore nelle stanze che contano a Roma: il capo di gabinetto, da anni con incarichi all’interno dello Stato e del Parlamento, ne ha per tutti, dalle Regioni che hanno sottovalutato il problema contagi nelle discoteche fino alla mala gestione del Governo in piena estate, quando bisogna prepararsi per la seconda ondata.
LA “TALPA” NEL PALAZZO
«Nei ministeri tanti hanno abbassato la guardia, pensando che fosse finita. Sarebbe stato necessario usare luglio e agosto per prepararsi al peggio, non per andare al mare», spiega la “talpa” sentita dal direttore di Libero, Pietro Senaldi: «Bastava leggere i report scientifici e sanitari. Quelli veri che circolano al ministero, non quelli per le conferenze stampa. Ma le Regioni non si sono fatte problemi a consentire l’apertura delle discoteche». La voce “anonima” svela poi come lo stesso Governo si è concentrato in maniera illogica sui contagi di ritorno da Spagna e Grecia, senza però preoccuparsi dei contagi che non riusciva a rintracciare («circa un terzo di quelli registrati ufficiali») nel nostro stesso Paese. Lockdown totale evitato oggi? «Non è per i ristori che mancano, ormai si fa tutto a debito. È stata fatta una valutazione sulla tenuta psicosociale degli italiani», spiega ancora il capo di gabinetto “senza nome”. Come se non bastasse, viene riportato un clima di costante incertezza nelle stanze del Governo: a volte il Cts prende decisioni, a volte il Consiglio dei Ministri, spesso ci sono però dissidi e tentativi di “scaricare” la responsabilità delle scelte prese su altri organismi. «I Dpcm si scrivono sempre a Palazzo Chigi sotto dettature di Conte», conclude l’intervista al capo di gabinetto, «è consapevole di essere debole in questa fase e quindi cerca sponde, sia istituzionali che politiche. Proprio da qui deriverebbe la guerra con le Regioni e l’apertura necessaria e obbligata, su sollecitazione ormai quotidiana del capo dello Stato all’opposizione. Una smossa tardiva e destinata al fallimento».