Mentre in Afghanistan si assiste al dramma quotidiano di migliaia di famiglie accalcate all’aeroporto internazionale di Kabul per trovare un modo di fuga dal neo-instaurato regime dei talebani, le discussioni sulle mancate libertà passate e future giungono fino in Italia. In particolare oggi è Gianluca Veneziani su “Libero” a riprendere un editoriale apparso due giorni fa sul quotidiano online islamico “LaLuce.news”, a firma Davide Piccardo. Il direttore del giornale difende a spada tratta i talebani attaccando invece i soprusi e le azioni dell’Occidente nei 20 anni di guerra in Afghanistan, e non solo: «guerra coloniale funzionale non a combattere il terrorismo ma a stabilire un avamposto in Asia Centrale», attacca Piccardo.



Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti non ci sta e replica oggi con Veneziani: «Ci sono i talebani veri, quelli che sparano sulla folla e seminano il terrore. E poi ci sono i talebani de noantri, di imitazione ma non meno pericolosi, che sparano balle sui giornali e sfiorano il ridicolo. Parliamo di quanti, illuminati sulla via di Kabul, sono convinti che l’avvento dei talebani sia stato un affare». Assieme alla difesa del regime lanciata dalle colonne del “Fatto Quotidiano” di Massimo Fini, l’analisi di Davide Piccardo sposa in pieno la linea dei talebanato sunnita, contestando invece le scelte americane e occidentali (non lungi da colpe, intendiamoci) praticamente a senso unico.



“RITORSIONI AI COLLABORAZIONISTI? NORMALI”

Stupisce in effetti leggere quanto Piccardo illustra sul finire del proprio editoriale apparso su “LaLuce”: «Ci si preoccupa delle ritorsioni, e sarebbe anche normale che ci fossero, stiamo parlando di gente che lavorava e sosteneva un governo e delle forze armate che in questi anni hanno ucciso decine di migliaia di effettivi talebani e hanno messo a ferro e fuoco i villaggi e le zone che li sostenevano, le ritorsioni, gli arresti, i processi, le condanne e anche le esecuzioni purtroppo sarebbero normali in una situazione del genere». Secondo Piccardo però la promessa fatta dai talebani di una amnistia estesa e generalizzata è realistica e positiva, seguendo la scia di Maometto: quanto però si sta assistendo in questi giorni lontano dall’aeroporto di Kabul sembra andare in una direzione (e una cronaca) diametralmente opposta alla visione edulcorata de “LaLuce”, che ancora ribadisce «Il quadro rappresentato in questi giorni dai media e dalla politica italiana è alquanto imbarazzante, puzza di provincialismo e di cattiva coscienza. Il problema dell’Afghanistan non saremmo noi occidentali e le nostre pretese di colonialismo militare, economico e culturale bensì, gli stessi afgani che hanno combattuto e vinto una guerra di liberazione. Siamo alla logica coloniale dura e pura, noi abbiamo diritto di civilizzare i selvaggi». Talebani “molto più umani” di quanto vengono descritti dall’Occidente e unici in grado di portare pace e stabilità, anche con il largo «consenso della popolazione»: ma siamo veramente sicuri che le cose stiano come Piccardo & Co. le stanno descrivendo?

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