Ripercorrendo con la memoria e con l’aiuto delle osservazioni che ho annotato l’impatto con i “primini” negli ultimi 10 – 15 anni, io rilevo un generale miglioramento nel loro atteggiamento in classe. Mi rendo conto che la mia potrebbe essere un’esperienza strana, del tutto particolare, forse ascrivibile ad un periodo felice e passeggero: insegno Discipline Giuridiche ed Economiche in un Istituto Tecnico Commerciale statale a Domodossola, piccola città del nord Italia. Il ricordo che mi hanno lasciato una decina di anni fa certe “prime”, sia nel corso per Geometri che in quello per Periti Turistici, è carico di arrabbiature, lezioni continuamente interrotte, note sul registro con immancabili scenate in classe, chiacchiericcio per non dire rumore e confusione, ragazze che si truccavano durante la lezione e si arrabbiavano se le rimproveravo, studenti incapaci di prestare attenzione anche solo per un minuto, abituati a continuare nelle loro chiacchiere proprio mentre li stavo richiamando, telefoni cellulari costantemente in mano e, in alcuni casi, persino contestazioni pretestuose o risposte arroganti all’insegnante. Episodi che qualunque collega avrà incontrato e che non mancano tuttora nella mia esperienza quotidiana.
In questi ultimi anni, però, le “prime” che ho avuto hanno accresciuto la tendenza ad un atteggiamento “positivo”, disponibile verso l’attività didattica e le indicazioni dell’insegnante, estremamente curioso e desideroso di partecipare, tanto da diventare talvolta caotico nell’intrecciarsi di interventi, domande, osservazioni, spesso legate ai fatti di cronaca ed ai problemi di attualità. Un atteggiamento, quasi sempre evidente nel primo biennio che, in alcuni casi, vedo gradualmente spegnersi negli anni “alti”.
Anche da questo punto di vista non mancano lodevoli eccezioni, ma mi è capitato più di una volta di veder crescere nel tempo l’indifferenza rispetto alle proposte di attività scolastiche ed extrascolastiche, come la produzione di materiali didattici digitali, la realizzazione di giornali studenteschi, l’apporto di contributi personali al sito della scuola, anche su temi non didattici (esperienze sportive, musicali …), che nei ragazzi più giovani trovano generalmente una maggiore apertura. Inoltre i “primini” di oggi sono, in media, molto più disciplinati e rispettosi, ben lontani dai comportamenti superficiali, distratti e incontrollati, che spesso riscontravo in precedenza.
Come in tutte le classi scolastiche, sono numerosi gli alunni che hanno alle spalle problemi familiari, talvolta anche drammatici. Se in alcuni casi queste situazioni si ripercuotono pesantemente sul comportamento in classe, non mi sono mai mancati esempi di strafottenza, indifferenza, maleducazione e irresponsabilità in allievi provenienti da famiglie normalissime e, viceversa, casi in cui vengo a conoscenza delle situazioni di difficoltà solo grazie ai colleghi in Consiglio di classe, a fronte di atteggiamenti educati ed equilibrati degli alunni durante le lezioni.
Un’ultima annotazione, che non riguarda tanto i “primini”, quanto coloro che lo erano diversi anni fa. Mi è capitato spessissimo di mantenere rapporti cordiali ed amichevoli con studenti che, negli anni di scuola, mi davano grossi problemi ed avevano frequenti conflitti con me e, viceversa, di vedere un’estrema freddezza, o addirittura completa estraneità, in altri con cui tutto era sempre filato liscio come l’olio. Quasi come se il conflitto fosse stato per molti allievi qualcosa di comunque positivo, accettabile, o addirittura costruttivo mentre la sua assenza avesse significato per altri l’assenza di un vero rapporto educativo, o comunque di qualcosa di interessante per loro.