Qual è il docente ideale secondo i media e l’opinione pubblica? Facile rispondere: una sorta di incrocio genetico tra Leonardo Da Vinci (per le competenze), Sigmund Freud(per l’intuito psicologico) e San Francesco (per la pazienza infinita). Se qualcuno però possedesse davvero queste caratteristiche, forse non insegnerebbe per 1200 euro al mese… In realtà i docenti sono umani, forse “troppo umani”.



 

Per rendere i docenti “macchine” sempre meno fallibili, ecco allora la soluzione: un’adeguata formazione. Un’ overdose informatica per le LIM, i risponditori, i programmi e i registri on line e i necessari collegamenti “globalizzanti”, per una didattica post-moderna, allegra e ludica, oltre che utile. Non devono mancare aggiornamenti sulla dislessia, la disabilità, l’intercultura e l’ecologia. Solo così i docenti potranno affrontare con successo le sfide della modernità…



La più significativa esperienza di e-ducazione nel XX secolo è stata quella di don Milani che non aveva nemmeno matite e quaderni a sufficienza nelle aule-stalle… Oggi di sicuro l’accento cade sull’insegnare, aggiornando le tecniche, “formando” i docenti. Nell’informazione mass mediatica fanno notizia solo i docenti “pedofili” o che esercitano un presunto mobbing sugli alunni, insomma i “mostri”. Nella fiction televisiva invece, tra amorini e amoricchi tra studenti, gli insegnanti sono bonari fratelli maggiori che oscillano tra la figura del missionario e quella dello sceriffo. Per fortuna c’è (ancora) il cinema che funge da inesorabile e arguto “specchio della realtà”. Vorremmo qui segnalare due film molto belli e paradigmatici.



Il primo (2012) di P. Falardeau: in una scuola elementare di Montrèal in Canada, una maestra si suicida in classe all’intervallo. I bimbi sono scioccati e nessun supplente vuole subentrare. Si presenta tale B. Lazhar, viene dall’Algeria e ha tanto entusiasmo. Il nuovo insegnante riesce a entrare in sintonia con la classe e a raggiungere risultati straordinari, aiutando i piccoli anche a elaborare il lutto per la maestra. E’ un docente un po’ strano, non sa cosa siano gli aggettivi determinativi e il gruppo nominale, inoltre chiede ai bambini di correggerlo…

Scopriremo che porta e nasconde più di un segreto e che non è nemmeno un insegnante! Eppure funziona, eccome! Pur non avendo le competenze necessarie e una “formazione adeguata”. In compenso ha una grande passione per il destino dei suoi alunni…

L’altro film è(2012) di G. Piccioni ambientato in un liceo della periferia romana e tratto da un libro di M. Lodoli. Il titolo allude alla mitica matita rossa-blu della maestra che marcava gli errori lievi (rosso) e quelli gravi (blu). La metafora si addice a insegnanti e studenti che commettono ogni giorno sbagli piccoli e grandi. Persino l’eroe del film, il prof G. Prezioso (R. Scamarcio), supplente animato da sacro zelo, colleziona cantonate colossali: in un alunno rumeno vede lo studente perfetto (non comprendendone il profondo disagio) e non crede all’alunna Mordini che boccia (aveva ragione lei). Eppure il prof. Prezioso alla fine del film sorride, felice della faticosa ed entusiasmante avventura educativa. Nessuno ha la soluzione in tasca o la ricetta giusta, ma il rischio educativo vale la pena di essere affrontato, per amore al destino di chi ci sta davanti.

“Gli animali si addestrano, le persone si educano” (Giovanni Paolo II)

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