Possiamo dire che la Cdo Opere Educative (FOE) ha la formazione nel suo Dna. La formazione, infatti, non si realizza solo attraverso progetti formali che propongono obiettivi di conoscenza condivisa, ma anche attraverso l’attiva partecipazione a un contesto fortemente orientato alla crescita umana e professionale del soggetto. E l’identità di Foe è profondamente caratterizzata proprio dal desiderio di sviluppare legami, sinergie, arricchimento e sostegno reciproco tra le realtà associate e a favore di esse.



Ma per comprendere meglio questa caratteristica “genetica”, occorre riandare, seppur brevemente, alle origini.

La Foe nasce nel 1996 dalla collaborazione fra alcuni gestori di scuole non statali, desiderosi di aiutarsi a sostenere le proprie opere scolastiche attraverso ogni possibile sinergia. Partita con un numero assai esiguo di associati, quasi esclusivamente milanesi, raccoglie oggi in tutta Italia 200 enti gestori per un totale di 530 istituti educativi di ogni ordine e grado, frequentati da oltre 50mila alunni e in cui lavorano più di cinquemila persone tra docenti e figure amministrative.



La Foe, che ha a cuore il sostegno alla libertà di educazione nel nostro Paese e dunque la solidità (in forma e contenuti…) delle scuole associate, ha fra le sue principali preoccupazioni quella di valorizzare la diffusione delle best practices, nonché di favorire un continuo miglioramento delle modalità di gestione delle risorse e di innovazione dei processi educativo-didattici e organizzativi.  

Ed è proprio attraverso una quotidiana attenzione a questi aspetti che essa permette alle scuole associate di conoscere e affrontare le opportunità che emergono dalle continue trasformazioni sociali e normative, integrandole nella cultura del proprio territorio, al fine di migliorare la qualità dell’offerta formativa e il completamento dei percorsi scolastici. Negli anni, si è venuta a creare e consolidare una rete sempre più ampia di scuole con un patrimonio di esperienza comune, che ha favorito la crescita e la visibilità di ciascuna e le ha dotate -rispetto al contesto sociale e agli organi istituzionali -di importanti strumenti per una reale difesa della libertà di educazione.



Tutto questo, poi, non è rimasto dentro i confini nazionali: è nata anche la collaborazione con diverse opere educative all’estero che rende disponibili materiali e strumenti di formazione davvero interessanti, risorse umane e consulenze, oltre a favorire scambi tra le scuole e la nascita di gemellaggi.

Nel corso dell’anno, agli enti gestori sono proposti abitualmente progetti ed eventi formativi i cui contenuti vanno dalle problematiche educativo/didattiche (anche grazie alla collaborazione con l’associazione “Il rischio educativo”) alla gestione amministrativa, dal fund raising alle risorse umane. Si tratta, in genere, di eventi che permettono ai partecipanti di incontrarsi e allacciare rapporti, scambi di esperienze e di conoscenze, e questo è un arricchimento che “forma” davvero…

Massima espressione di questa modalità è il convegno annuale dei gestori, che unisce diverse modalità di lavoro: lezioni frontali, tavoli di lavoro formali e informali, assemblee di confronto e di comunicazione di esperienze.

Altra modalità, che in questi anni si è rivelata vincente, è stata quella della formazione finanziata attraverso il fondo interparitetico professionale Fonder, rivolto in particolare ai dipendenti delle scuole. Interessante ne è stata l’evoluzione: avviata in diverse regioni proponendo grandi temi comuni riconosciuti come urgenti, si è progressivamente centrata su quanto emerso come bisogno e desiderio formativo delle singole scuole o di piccole aggregazioni di esse, capillarizzandosi e divenendo nel contempo sempre più aderente al contesto locale.

Più ancora che le iniziative proposte “dall’alto”, infatti, sono significative di un metodo “geneticamente” acquisito le diverse attività di rete generate dalla domanda e dall’iniziativa di singoli associati. Ne rappresentano una emblematica espressione altre due iniziative. La prima:

Il tavolo dei direttori generali/amministrativi, nato perché alcuni di loro, in servizio presso scuole lombarde associate, hanno iniziato in modo informale a incontrarsi regolarmente a Milano, per confrontarsi su temi di interesse comune. Il tavolo si è molto presto allargato alla partecipazione di amministrativi di svariate regioni e tratta, di volta in volta, temi generali di comune interesse e/o argomenti dettati dalle urgenze del momento. Ultimamente ne è nato uno simile anche in Emilia Romagna.

La seconda: – il tavolo dei rettori, che raccoglie presenze da scuole di diverse regioni e affronta i temi tanto delicati quanto fondamentali della “supervisione educativa” delle opere scolastiche e del rapporto fra governance e operatività educativa.

Compito di Cdo Opere Educative, per questi tavoli, è semplicemente quello di sostenerne le ragioni e favorirne la realizzazione, fornendo il supporto logistico quando necessario.  

Le novità emergenti nel contesto sociale, poi, come pure quelle introdotte dalla normativa scolastica, impongono di non trascurare la formazione su aspetti che potranno rivelarsi decisivi per i prossimi anni. Per questo, sono stati avviati recentemente due percorsi formativi.

Il primo sul tema delle nuove tecnologie nella didattica (e-book, tablets, lim, etc) e per la gestione amministrativa delle scuole (registri elettronici, informatizzazione di tutte le procedure amministrative, etc…); il secondo sul tema della valutazione scolastica, che a partire dai dati elaborati dall’Invalsi va ad interpellare ogni aspetto della vita e dell’organizzazione scolastica, sino agli aspetti meramente gestionali di competenza del consiglio di amministrazione dell’Ente.

Si tratta di percorsi appena avviati, ma ci si attende grandi risultati in termini di progressi nelle competenze dei partecipanti e soprattutto di ricaduta per la vita delle scuole associate.

 

Un ultimo  – ma non meno importante –  livello  di formazione è quello interno a ogni opera scolastica. La Foe non ha il compito (né lo vuole) di organizzare o proporre direttamente la formazione dei docenti, che restano il perno attorno a cui ruota il fondamentale aspetto dell’istruzione/educazione degli alunni, tuttavia, sia attraverso la collaborazione con le associazioni Diesse e Il Rischio Educativo, sia sostenendo e diffondendo le iniziative proposte da esse e dalle singole scuole, ha a cuore che i docenti siano sempre più preparati sulla propria disciplina e consapevoli dell’enorme compito che è ad essi affidato.

È diventato sempre più evidente, infatti, che pur nel rispetto delle diverse mansioni e dei diversi livelli di responsabilità, a ognuno è chiesto di contribuire alla realizzazione dell’opera con la consapevolezza che il lavoro è davvero bello e utile quando ognuno, attraverso il particolare, ha a cuore l’intero. Come recita un proverbio africano: «Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio».

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