C’era un tempo in cui internet era un luogo per soli smanettoni. Ora le cose sono cambiate. Complice l’uso massivo della rete, i nuovi media, i network sociali e la diffusione sempre maggiore dei dispositivi mobili, tutte le realtà professionali sono destinate a integrarsi con una componente digitale.

La rete è oggi un’estensione del mondo fisico, popolata da persone che esprimono e condividono opinioni. Ormai è evidente – e non vale solo per i più giovani – che tra vita on-line e off-line non c’è una dicotomia ma un continuum. Non esiste più la convenzionale separazione tra reale e virtuale: la vita sul web è parte integrante di quella reale.



Al di là dello sviluppo formativo di uno o più profili professionali, ciò che diventa importante è orientare e informare i ragazzi sulle opportunità e gli sbocchi occupazionali offerti dalle professioni emergenti in questo nuovo contesto. Si tratta di farli evolvere da una condizione di “smanettoni” orientati al gioco e alla relazione tra coetanei per prepararli a divenire soprattutto dei comunicatori in possesso di un bagaglio tecnologico fruibile immediatamente dal mondo del lavoro.



Sarà dunque necessario porre l’attenzione non solo sulle competenze tecniche e sugli strumenti, ma anche sulle attitudini necessarie per lavorare nel web 2.0, facendo comprendere come il “gioco” possa diventare “lavoro”. Tali attitudini sono: Real Time Attitude (attitudine alla gestione del tempo reale); All-Line Attitude (attitudine all’integrazione on-line/off-line); InnovHunting Attitude (attitudine alla ricerca, alla selezione e alla cura di fonti e notizie); TranSolving Attitude (attitudine alla crossmedialità cocreata con l’utenza).

Il Mercato del lavoro

Il contributo di Internet al mercato del lavoro è stato fino ad ora positivo. La domanda è in crescita lenta ma costante: secondo il rapporto pubblicato da crescitadigitale.it, Internet – decisamente in controtendenza rispetto agli altri settori – ha già creato nel nostro Paese oltre 700.000 nuovi posti di lavoro negli ultimi 15 anni. Si stima che nel 2010 Internet abbia contribuito per il 2% al PIL italiano (circa 30 miliardi di euro).



Da uno studio di Italia Futura emerge un altro dato significativo: un aumento del 10% dell’uso Internet determinerebbe una crescita occupazionale complessiva dello 0,44% e giovanile dell’1,47%.

Da una ricerca condotta dal McKinsey Global Institute nel maggio 2011 emerge tuttavia che, se confrontata con altri paesi europei come la Svezia e il Regno Unito (dove il contributo di Internet al PIL supera il 5%) o anche con la Francia (dove è pari al 3%), l’economia digitale italiana presenta ancora ampi margini di crescita. E non potrebbe essere diversamente visto che, complice l’uso massivo dei social media e la diffusione sempre maggiore dei dispositivi mobili, tutte le forme di business si stanno trasferendo verso il digitale.

Il pieno sfruttamento del potenziale di Internet potrebbe quindi alimentare anche in Italia la crescita economica, offrendo un apporto apprezzabile al PIL nazionale anche nell’immediato futuro e permettendogli di raggiungere e superare il 3% già nel 2015.

Lavorare nel Web richiede però adattabilità e aggiornamento professionale continuo, per seguire l’evoluzione della tecnologia e sviluppare nuove conoscenze da applicare nei diversi ambiti lavorativi (aziende, associazioni, PA).

Le professioni più richieste del web 2.0

Le figure professionali più ricercate nel mondo di Internet sono:

Content Curator: gestire strumenti e strategie per districarsi tra fonti e notizie nell’overload di informazioni del Web 2.0.

Transmedia Web Editor: creare contenuti di nuova generazione, crossmediali e partecipativi.

Digital PR: attivare e gestire network di relazioni.

Community Manager: coinvolgere e fidelizzare gli utenti in comunità partecipate.

E-reputation Manager: interpretare parole e comportamenti degli utenti dentro e fuori la rete; gestire i fenomeni di brand reputation.

All-Line Advertiser: conoscere, comprendere e progettare strategie di marketing all-line.

SEO: ottimizzare la visibilità dei contenuti sui motori di ricerca.

Web Analyst: analizzare ed interpretare i flussi di navigazione e gli accessi a progetti e pagine web.

Come si intuisce è possibile maturare competenze e capacità diversificate, che permettano di cambiare ruolo professionale fra quelli sopra descritti: essi, sebbene specialistici, comprendono aree di competenza sovrapposte che permettono il passaggio da un ruolo a un altro.

Del resto chi vuole acquisire una buona reputazione tra i professionisti del Web 2.0 deve considerare la sua carriera come un percorso di cambiamento e di studio costante.

Il Gruppo Web Skills Profiles è associazione no profit internazionale di professionisti del Web, leader mondiale nella fornitura di principi e certificazioni di formazione per i professioni della Rete. Il 14 Febbraio 2013, una task force costituita dalla sezione italiana dell’Associazione IWA/HWGIWA Italy, (riconosciuta come realtà di standardizzazione dal CEN) ha stilato un documento in versione 1.0 contenente un elenco dei ventuno profili professionali europei ICT di terza generazione che maggiormente lavorano con il Web.

La scelta dei profili si è basata sul documento “European ICT Professional Profiles (CWA 16458:2012)” e sugli “E-Competence Framework 2.0”, estesi a livello internazionale grazie alla rete di IWA/HWG.

I ventuno profili prescelti sono i seguenti: Community Manager, Web Project Manager, Web Account Manager, User Experience Designer, Business Analyst, DB Administrator, Search Engine Expert, Advertising Manager, Frontend Web Developer, Server Side Web Developer, Web Content Specialist, Web Server Administrator, Information Architect, Digital Strategic Planner, Web Accessibility Expert, Web Security Expert, Mobile Application Developer, E-commerce Specialist, Online Store Manager, Reputation Manager, Knowledge Manager 

 

Questa classifica ha lo scopo primario di fornire aiuto a tutti coloro che agiscono sul mercato Web e in particolare nel settore degli skill ICT: i manager ICT alla ricerca di modelli organizzativi di responsabilità, compiti e competenze; i professionisti ICT che intendano fissare piani di addestramento e prospettive future; i responsabili delle Risorse Umane che vogliano pianificare al meglio il fabbisogno interno aziendale di competenze; gli studenti, i quali possono beneficiarne in termini di orientamento professionale; e ancora i responsabili di ricerca, mercato e strategia, i manager degli uffici acquisti e altri ancora.

 

L’Agenda Digitale Italiana ed Europea

Naturalmente tale documento è in linea con quanto previsto dall’Agenda Digitale Europea e dall’Agenda Digitale Italiana, per la quale il Governo dichiarava: «In materia di formazione qualificata è necessario innanzitutto un aggiornamento del “dizionario dei profili di competenza per le professioni ICT” redatto dal CNIPA e mantenuto da DigitPA, con recepimento del framework europeo CEN. Tale framework CEN dovrebbe quindi costituire riferimento per l’accreditamento di titoli di studio professionali anche attraverso il recepimento nei percorsi formativi di istituti tecnici e di aggiornamento professionale all’interno della PA» (La strategia italiana per l’agenda digitale).

Si tratta di un lavoro molto importante per tutte le aziende, le organizzazioni e i professionisti che operano sul Web. Alcuni hanno già recepito i primi profili professionali pubblicati dal Gruppo nel luglio del 2010: il Comune di Milano, per esempio, lo ha fatto con l’Appalto n. 21/2012 per l’«Affidamento dei servizi di manutenzione ed evoluzione del sistema dei portali del Comune di Milano».

Ora è necessario continuare nell’opera di aggiornamento costante dei profili, perché se le dinamiche della Rete e del Web sono sempre in movimento ed evoluzione, di pari passo devono evolvere i nostri profili. Si tratta di un lavoro sempre aperto al contributo di chi, in modo attento e operoso, intenda contribuire a un’attività di normazione del settore del Web.

 

Obiettivi Operativi

Adesso è necessario incentivare – come previsto dall’Agenda Digitale Italiana ed Europea – il recepimento dei modelli di catalogazione formativa secondo standard europei definiti dal CEN, al fine di consentire una catalogazione delle attività formative Web per un reciproco riconoscimento tra le realtà di formazione e certificazione in ambito nazionale e internazionale.

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