“La libertà religiosa è il primo tra i diritti umani che il Governo si prefigge di garantire, insieme a quelli di proprietà”: questo è quanto si legge nella bozza di rapporto della Commissione per i diritti inalienabili dell’uomo degli Stati Uniti d’America, istituita dal segretario di Stato Mike Pompeo e guidata da Mary Ann Glendon, ex ambasciatrice USA presso la Santa Sede. Il documento è stato diffuso giovedì 16 luglio (ieri, ndr) in occasione di un evento a Philadelphia, tenutosi alla presenza del cardinale di New York, Timothy Dolan. Una scelta che lo stesso Pompeo ha motivato dicendo che nel suo periodo trascorso al dipartimento di Stato si è reso conto che i funzionari stavano discutendo di diritti in modi “profondamente incoerenti”. Pertanto, nell’estate 2019 ha voluto personalmente incaricare la commissione di studiare la natura e i fondamenti storici dei diritti umani, con la speranza che ciò facesse parte di “uno dei più profondi riesami dei diritti inalienabili nel mondo dopo la Dichiarazione del 1948”.



LIBERTÀ RELIGIOSA: LE PAROLE DEL CARDINALE DOLAN

A proposito di libertà religiosa, il cardinale newyorkese Timothy Dolan ha asserito che “Dio ha conferito e radicato nella natura stessa delle sue creature alcuni diritti inalienabili sanciti dai fondatori, diritti che scaturiscono dalla dignità innata della persona, evidenti nella ragione e nella natura e celebrati nella Rivelazione divina”. Successivamente, ha chiesto la benedizione di Dio sul progetto portato avanti dalla Commissione a stelle e strisce, “mentre rinnoviamo il nostro senso del dovere di condividere la saggezza del nostro Paese sui diritti inerenti alla natura stessa della persona umana, mai e poi mai da calpestare”. Gli ha fatto eco Mary Ann Glendon, la quale, presentando il rapporto, si è soffermata sulle numerose minacce ai diritti umani presenti in tutto il mondo, specialmente in Cina, ove le priorità nazionali vengono prima della libertà di parola e di riunione e delle libere elezioni. Ha anche sottolineato i recenti progressi tecnologici, che rappresentano una minaccia per i diritti umani, come l’intelligenza artificiale, la raccolta di dati e le tecniche di sorveglianza.

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