In questi giorni è stato pubblicato il nuovo rapporto dell’associazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” che veglia sulla libertà religiosa nel mondo. Presentato nella sala centrale dell’Ambasciata italiana all’interno della Santa Sede ed in calce alla quale si sono susseguiti alcuni interventi di commentatori e politici, tra cui Giorgia Meloni e Antonio Tajani, che hanno espresso il loro pensiero sui preoccupanti dati presentati. Risulta, infatti, che la libertà religiosa sia negata in modo più o meno sistematico in almeno un paese su tre, sulle spalle di almeno il 60% della popolazione mondiale, in parte perseguitata, in parte incarcerata ed in parte, anche, privata della propria vita in virtù di un credo religioso differente.



Libertà religiosa: cosa dice il rapporto ACS

Insomma, la situazione della libertà religiosa nel mondo sembra essere piuttosto critica stando ai dati presentati dall’associazione Aiuto alla Chiesa che soffre. Un’infografica tristemente chiara, infatti, sottolinea come su 61 paesi mondiali (su 208 complessivi, considerando anche i semi Stati o quelli non riconosciuti ufficialmente) vi siano problemi a professare la propria religione, che in 28 di questi sono definiti critici e in 33 moderati, ma nel complessivo in 47 delle 61 la situazione è peggiorata rispetto al rapporto precedente.



A livello di numero di persone, i divieti in merito alla libertà religiosa pesano sul 62% della popolazione mondiale, pari a 4,9 miliardi. 800 fitte pagine, che elencano per filo e per segno tutte le situazioni a rischio che si sono osservate nel mondo, chiedendo interventi ed aiuti per invertire una rotta che rischia di essere inesorabilmente in salita. chiesa, commentando il rapporto di ACS, ha sottolineato come “la libertà religiosa è un diritto naturale e precede ogni formulazione giuridica, perché è scritto nel cuore dell’uomo. Un diritto che purtroppo viene ancora oggi calpestato in troppe Nazioni. E troppo spesso nella quasi totale indifferenza” che secondo la premier “equivale ad esserne complici. Noi non intendiamo farlo”, promette in chiusura del suo intervento.

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