Colpo di scena in Libia dove, un po’ a sorpresa, arriva l’annuncio che potrebbe segnare una svolta per il Paese nordafricano: nelle ultime ore infatti è stato raggiunto un accordo tra Aguila Saleh Issah, ex capo di Stato dal 2014 al 2016, e Fayez al-Serraj, primo ministro del Governo di Accordo Nazionale nato nel 2015. “Cessate il fuoco subito” e apertura a delle possibili elezioni il prossimo marzo 2021: sono questi i termini dell’accordo reso noto con due comunicati dal Governo di Tripoli e dal Parlamento di Tobruk. Apprezzamento è subito arrivato per questa intesa sia dall’ONU che da alcuni Stati europei tra cui l’Italia, che ha “accolto con favore gli ultimi sviluppi”, e la Germania che ha sollecitato i principali interlocutori politici sullo scenario libico a perseguire la strada del dialogo. Che l’intesa odierna possa essere un primo passo verso la pacificazione interna di uno dei Paesi più instabili dell’Africa è tutto da vedere ma la possibile prospettiva di una tornata elettorale che dovrebbe svolgersi nel marzo 2021 è un buon segno, unito al fatto che l’annunciata fine delle ostilità dovrebbe portare a una “demilitarizzazione delle arre di Sirte e Jufra”.



SVOLTA IN LIBIA: AL-SERRAJ E SALEH ANNUNCIANO LA TREGUA ED ELEZIONI NEL 2021

Tra gli altri punti dell’accordo stipulato fra Saleh e al-Serraj c’è anche la ripresa della produzione e dell’esportazione di petrolio che, stando a quanto si apprende, farà sì che i proventi finiscano su un conto esterno della Banca Nazionale Libica a cui si potrà attingere solo in un secondo momento ad accordo raggiunto. Non solo: in cantiere infatti vi sarebbe pure l’elaborazione di una legge costituzionale e di una elettorale ad hoc, unito allo smantellamento comune di ambo le milizie che avrebbe quindi come conseguenza pure il ritiro delle milizie mercenarie straniere che da anni combattono nel Paese, anche se al-Serraj sul punto non ha ancora specificato di quali forze si stia parlando ma secondo autorevoli osservatori l’operazione coinvolgerà anche quelle turche e russe. Intanto, mentre il premier italiano Giuseppe Conte ha parlato in un tweet di “passo importante per il rilancio di un processo politico che favorisca la stabilità del Paese”, da più parti si sottolinea come la svolta abbia una marcata impronta americana che, dando stabilità alla Libia, ha cercato di frenare le ingerenze di Vladimir Putin nell’area.



Ingerenze che nei piani del Cremlino erano atte a favorire l’avanzata del generale Khalifa Haftar, che al-Serraj invece oramai si rifiuta di riconoscere come un interlocutore politico (anche perché negli ultimi tempi si trova in difficoltà con le sue milizie e forse deve dire addio ai suoi piani). Ora resta da capire se il generale verrà coinvolto o meno in questa svolta politica e quale sarà il ruolo della Russia nel sostenerlo o lasciarlo al suo destino.

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