È guerra furente a Sirte, la città-simbolo della Libia (ha dato i natali al dittatore Gheddafi) dopo che sia Haftar che Al Sarraj non intendono cedere al nemico il posizionamento sulla regione strategica: nel frattempo, parte delle milizie della Cirenaica si stanno dirigendo verso Misurata per aprire un secondo fronte (terzo se contiamo i bombardamenti sporadici su Tripoli) di sfida aperta al Governo nazionale di Sarraj. Se, come pare ormai dato da diversi analisti sul campo, la capitolazione di Sirte dovesse avvenire a stretto giro anche la città con l’importante aeroporto militare potrebbe vedere il fianco scoperto all’avanzata di Haftar che punta all’assedio di Tripoli mentre sono ancora in completamento gli arrivi delle truppe di Erdogan a sostegno. Proprio sul “blitz” della Turchia hanno discusso i 4 ministri degli Esteri di Francia, Italia, Regno Unito e Germania assieme al successore di Mogherini all’Alto Commissariato di Politica Estera della Commissione Ue Borrell: l’Europa è stata di fatto “superata” dalla Turchia nel sostegno a Sarraj, il quale non avrebbe infatti voluto per la giornata di domani il vertice allargato dell’Europa unita in Nord Africa per provare a trovare un asse di intesa tra i due uomini forti della Libia. «L’incontro odierno con i ministri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito è stata una buona opportunità per esprimere un forte sostegno al processo di Berlino e sottolineare le nostre preoccupazioni sulla Libia. Chiediamo uno stop immediato a ulteriori escalation e alle interferenze esterne negli ultimi giorni», fa sapere l’Alto Rappresentante Ue, rilanciando la richiesta lanciata ad Haftar e Tripoli «Abbiamo chiesto un cessate il fuoco ma anche di fermare l’escalation e le interferenze esterne che sono aumentate negli ultimi giorni ed è ovvio che si fa riferimento alla decisione turca di intervenire in Libia che noi rigettiamo e che fa aumentare le nostre preoccupazione».



RUSSIA “TRUPPE SARRAJ RIENTRANO A SIRTE”

Le forze di Al Sarraj hanno riconquistato Sirte dopo l’avanzata delle truppe di Haftar: a comunicarlo sono i gruppi di contatto della Russia presenti in Libia, in particolare il comandante Lev Dengov. «Le forze di Tripoli hanno preso dozzine di prigionieri di guerra, sequestrato 20 mezzi e ucciso 50 persone tra i soldati dell’esercito di Haftar», spiegano i russi dopo che solo ieri Sirte era divenuta mezza sotto controllo dell’uomo forte in Cirenaica. Oggi è previsto il vertice straordinario dell’Ue a Bruxelles, dopo che è saltata la missione unitaria europea al Cairo per la giornata di domani. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio invoca l’intervento unitario e unito dell’Europa anche se al momento tra Libia e Iran la posizione della Commissione Ue è tutt’altro che “solido” di fronte ai venti di guerra che spingono dall’Africa al Medio Oriente: «la situazione sul terreno è molto delicata, ma questo non significa che l’Ue debba restare immobile. Ne ho parlato a Roma con Borrel, con il quale abbiamo affrontato anche il dossier iraniano». Sempre Di Maio ribadisce come non sia il tempo di rischia morte e terrorismo, ma anche «ondate migratorie insostenibili, ora è il momento di scommettere sul dialogo, sulla diplomazia e sulle soluzioni politiche». Il prossimo 8 gennaio il Ministro volerà comunque in Egitto per incontrare l’omologo egiziano e parlare della crisi libica.



CAOS LIBIA, ITALIA SEMPRE PIÙ SOLA

Grandi manovre in approntamento in Libia in quella che sembra assumere sempre di più i tratti di una proxy war, una guerra per procura. Dopo la presa di Sirte da parte delle truppe dell’esercito nazionale libico fedeli al generale Haftar, è del presidente turco Erdogan la mossa che prova a sparigliare la situazione. Il “Sultano”, che nei giorni scorsi ha garantito sostegno al governo di Tripoli inviando in Libia truppe d’elite specializzate nella difesa aerea, ha spedito il premier del governo Cavusoglu in Algeria. Una tappa cruciale per realizzare il disegno di Ankara: la creazione di un asse maghrebino composto da Algeria e Tunisia a sostegno dell’esecutivo di Fayez al-Sarraj. Sempre più delicata la posizione dell’Italia: dopo aver sostenuto apertamente il governo di Tripoli, Roma si trova nella difficoltà di chi si è vista superare nella scala delle alleanze per la sua indecisione. Il miglior amico di Sarraj è ad oggi Erdogan, l’unico ad aver sostenuto apertamente Tripoli inviando delle truppe. E anche puntare su Haftar risulterebbe oggi tardivo, visto che l’uomo forte della Cirenaica può puntare su sponsor decisivi come Putin e Al Sisi, per citarne un paio. (agg. di Dario D’Angelo)



LIBIA, HAFTAR PRENDE SIRTE

Mentre le forze dalla Turchia sono dirette verso Tripoli per iniziare l’azione di riconquista sul territorio della Libia contro le forze della Cirenaica, il generale Haftar con le sue milizie è entrato e – secondo i media arabi – ha conquistato la città simbolo di Sirte: per questo motivo le truppe dell’esecutivo riconosciuto dall’Onu di Fayez al-Sarraj sono state costrette a ritirarsi, come ribadisce l’emittente Al Arabiya «Le milizie del Governo di accordo nazionale si ritirano da Sirte. L’Esercito arabo libico entra a Sirte». La stessa emittente panaraba riporta poi come l’Esercito nazionale libico mantenga ora la base della brigata Al Saedi ad est di Sirte: l’avanzata delle milizie di Khalifa Haftar sostenute dalla Russia di Putin è sempre più costante e mira a Tripoli nella guerra che con ogni probabilità si prepara ad essere un asse di scontro tra Ankara e Mosca, con l’Europa ancora una volta “sospesa” a guardare preoccupata. Il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, dopo che solo a dicembre aveva intrattenuto una missione speciale in Libia incontrando in rapida serie sia Al Sarraj che Haftar, è intervenuto poco fa per ribadire l’assoluta urgenza di una presa di posizione unica di Bruxelles: «La Libia che dista a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste è una delle priorità per l’Italia. Sono in continuo contatto con i miei omologhi europei e non solo. L’8 sarò al Cairo, poi Algeria e Tunisia. Questo pomeriggio faremo il punto alla Farnesina sugli ultimi sviluppi».

LIBIA, IL CAMPO DI GUERRA SI ALLARGA

I problemi militari e commerciali in Libia si allargano ulteriormente per la contemporanea situazione di crisi mondiale presente in Medio Oriente dopo le recenti operazioni degli Stati Uniti in Iraq e Iran: con Usa-Israele impegnati nello scontro frontale con Teheran e i paesi sciiti in MO, nel nord Africa libico è l’asse Turchia-Russia a far tremare le popolazioni per il rischio di una guerra sanguinosa su larga scala. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan da Istanbul ha intanto intimato pubblicamente i propri soldati a tenersi pronti per la Libia, «Non possiamo rimanere con le mani legate dinanzi ai cambiamenti nella regione e alle azioni della concorrenza che mirano a creare caos. E’ vitale per il nostro prossimo futuro agire contro l’uso della forza e le alleanze che si sono formate contro la Turchia nel mediterraneo orientale. Il Mit (i servizi segreti turchi) sia pronto a fronteggiare in maniera adeguata la situazione in Libia». Nel frattempo, il premier libico Al Sarraj intima gli europei di annullare la missione Ue a guida italiana “rivendicata” da Di Maio nelle scorse settimane: l’escalation è già cominciata, lo scontro frontale sul campo è purtroppo prossimo all’avvenire.