Sono stati rapiti nelle scorse ore due ministri della Libia; si tratta precisamente di Hafez Gaddour, ministro degli esteri, ex ambasciatore libico in Italia, e Salha Al Darawqui, ministro dell’educazione. I due, come riferisce l’edizione online del quotidiano Il Giorno, sarebbero stati rapiti mentre era in corso il loro trasferimento da Misurata a Tobruk, luogo quest’ultimo dove si sarebbe dovuta tenere la cerimonia di giuramento del nuovo governo di Fathi Bashaga, esecutivo che lo scorso primo marzo ha incassato la fiducia della Camera dei rappresentanti. Stando a quanto sostengono i media libici, il convoglio di auto su cui viaggiavano i due ministri sarebbe finito in un acceso conflitto a fuoco stamane attorno alle ore 7:00, mentre lo spazio aereo libico risultava essere chiuso.



Stando a quanto specificato da Abaadnews, informazione rilanciata via Twitter da Wolfram Lacher, analista tedesco, il rapimento sarebbe stato opera di “un gruppo armato affiliato” al premier libico Abdel Hamid Dbeibah. Bashaga negli scorsi giorni aveva parlato della chiusura dello spazio aere, rivolgendosi così al procuratore generale, Al Siddiq Al Sour: “Abbiamo ricevuto informazioni che il precedente governo, il cui mandato è scaduto, si è approfittato dell’autorità, in quanto non esiste una legge per chiudere completamente lo spazio aereo libico: questa è una chiara violazione del diritto di movimento costituzionalmente garantito e un attacco alle autorità costituzionali e politiche, che impedisce loro di esercitare i propri doveri e di svolgere i propri compiti”.



LIBIA, DUE MINISTRI RAPITI: LE PAROLE DEL PORTAVOCE DI GUTERRES

Bashaga aveva quindi condannato il comportamento del precedente governo, definendolo “punibile ai sensi dell’articolo 204 del codice penale libico, il quale prevede la pena di morte contro chiunque commetta un atto che impedisca al capo dello Stato, all’autorità legislativa o al governo, in tutto o in parte, di svolgere la propria attività o di esercitare i poteri che gli sono legalmente conferiti, anche se il divieto è temporaneo”.

Sulla vicenda del rapimento dei due ministri in Libia è intervenuto anche il Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres, che attraverso il portavoce Stéphane Dujarric, ha fatto sapere: “il Segretario generale è preoccupato per le notizie secondo cui il voto alla Camera dei rappresentanti non è stato all’altezza degli standard attesi di trasparenza e procedure con atti intimidatori prima della sessione” e “ribadisce l’importanza di preservare l’unità e la stabilità conquistata a fatica dalla firma dell’accordo di cessate il fuoco libico nell’ottobre 2020 e sottolinea la necessità di soddisfare le aspirazioni di oltre 2,8 milioni di libici che si sono registrati per votare per scegliere i loro leader attraverso elezioni credibili, trasparenti e inclusive sulla base di un solido quadro costituzionale e giuridico”.