Il cast ha terminato di eseguire il libretto di Boris Godunov di Modest Musorgskij alla Prima della Scala di Milano 2022. Gli ultimi atti, come era stato previsto, sono stati molto intensi, in particolare la scena della morte dello Zar di tutte le Russie. “Signore! Signore!! Che angoscia! Possibile che non abbia il tuo perdono? O perfida morte, com’è crudele il tuo tormento! (cerca di alzarsi) Aspettate… sono ancora lo zar! (si porta la mano al cuore e cade sulla poltrona) Sono ancora lo zar… (con voce che si indebolisce) Dio mio! La morte! Dio mio, perdona! (ai boiari, indicando il figlio) Ecco, ecco il vostro zar… lo zar. Perdonate…”, queste le battute finali.



Il pubblico ha riservato dunque un lunghissimo applauso ed una meritata standing ovation ai membri del cast: dal protagonista Ildar Abdrazakov ai membri del coro, fino al direttore d’orchestra Riccardo Chailly. (agg. di Chiara Ferrara)

Libretto “Boris Godunov” di Modest Musorgskij: gli ultimi atti

Il libretto di Boris Godunov di Modest Musorgskij alla Prima della Scala di Milano 2022 è giunto all’intervallo: dopo la fine del primo atto, dalla durata di 70 minuti, c’è stata una pausa di mezz’ora e adesso sarà tempo di passare al secondo e al terzo atto, dalla durata di 70 minuti complessivi. Lo spettacolo fino a questo momento è stato un vero e proprio successo, tanto che anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ammesso che gli “sta piacendo molto”. Applausi anche da parte della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.



Tra i presenti anche il cantautore Morgan. “È la prima Prima a cui assisto. Emozionato? Sono incuriosito. L’opera è bellissima, tra l’altro. Dal punto di vista musicale, che è quello che a me interessa, la trovo meravigliosa. La scrittura di Musorgskij è proprio insuperabile. Le polemiche? È giusta l’opera russa in questo momento, al di là della situazione contingente, ed è stata pensata per la sua bellezza intrinseca”, ha affermato come riportato dal Corriere della Sera.

Libretto “Boris Godunov” di Modest Musorgskij: polemiche sulla scelta per la Prima della Scala di Milano 2022

La scelta di Boris Godunov di Modest Musorgskij per la Prima della Scala di Milano 2022 ha destato qualche polemica in quanto l’opera è un capolavoro russo. A opporsi ad un incomprensibile tentativo di attuare la cancel culture, però, ci hanno pensato gli appassionati del genere, sostenendo la selezione dello spettacolo in questione per la serata inaugurale. Poco prima dell’inizio, a parlare della questione è stato anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.



“Credo che l’arte vada sempre distinta dalla politica, altrimenti non dovremmo leggere Dostoevskij. Anche se l’Ucraina ha le sue ragioni storiche e io le ho sempre affermate. Ho incontrato di recente il ministro della Cultura ucraina per riaffermare la nostra solidarietà e vicinanza. Questa deve essere un’occasione soprattutto di cultura. E cultura significa crescita morale e civile per le persone. Il nostro futuro si migliora se noi miglioriamo la nostra cultura”, ha affermato come riportato da Il Giorno. Per comprendere e apprezzare al meglio la bellezza dell’opera scelta, però, andiamo a leggere il libretto di Boris Godunov di Modest Musorgskij. (agg. di Chiara Ferrara)

Libretto “Boris Godunov” di Modest Musorgskij alla Prima della Scala di Milano 2022

Boris Godunov è l’opera lirica in programma alla Prima della Scala di Milano 2022 scritta dal compositore russo Modest Petrovič Musorgskij. L’opera è tratto dall’omonimo dramma di Alexandr Sergeevic Puskin del 1825 che racconta la follia e la morte dello zar Boris Godunov. Nel Libretto Boris Godunov di Modest Musorgskij si parte degli anni del suo regno che hanno segnato una delle fasi più opache della storia russa, caratterizzata da intrighi, assassini e rivolte. Modest Musorgskij è rimasto entusiasta dalla storia a tal punto da trasformarla in un’opera lirica in cui ha voluto raccontare un affresco storico capace di dare voce alle segrete aspirazioni che si agitavano nel profondo della società colta nella Russia di quel tempo.

Tra l’ottobre 1868 e il maggio 1869, Modest Musorgskij prepara un libretto ispirandosi, oltre che alla tragedia omonima di Puskin, anche al decimo e all’undicesimo volume della «Storia dello Stato russo» di Nikolaij Karamzin – e stende una prima versione dell’opera, di cui termina in dicembre la strumentazione.

Libretto “Boris Godunov”: la trama dell’opera di Modest Musorgskij

Dal Libretto Boris Godunov di Modest Musorgskij emerge che la trama è composta in sette quadri, a loro volta raggruppati in quattro Parti. Il risultato di questa «sfrondatura» è il rilievo conferito al personaggio principale, che nell’opera di Musorgskij emerge dallo sfondo molto più che nel dramma di Puskin. Nell’opera lirica, ambientata tra il 1598 e il 1605, Boris Godunov diventa Zar di tutte le Russie dopo l’uccisione, avvenuta in circostanze misteriose, dell’erede legittimo al trono, lo Zarevic Dmitrij Ivanovic, figlio di Ivan il Terribile. Guardie e sacerdoti esortano il popolo a pregare affinché il boiaro Boris Godunov accetti di ascendere al trono. L’incoronazione ha luogo nella piazza delle cattedrali del Cremlino con un’imponente cerimonia, che però viene scossa da alcuni disordini. Il nuovo zar ha cercato in tutti i modi di regnare in un modo più umano rispetto al suo predecessore Ivan il Terribile, ma nonostante ciò la Russia cade in un stato di degrado, caos e povertà. Invece, in una cella del monastero di Čudov un anziano monaco, Pimen, sta per terminare la sua cronaca delle vicende della Russia, riportando la verità sull’assassinio dello zar Dimitri, il legittimo erede al trono, perpetrato su ordine di Boris.

Infatti la trama di “Boris Godunov”, narra il delitto al novizio Grigorij, il quale avendo la stessa età dello zar decide di farsi passare per lui e guidare così una rivolta contro Boris per impossessarsi del trono. A liberare il paese è proprio Grigorij, un giovane monaco, che si finge lo Zarevic Dmitrij riuscendo a sposare la nobile polacca Marina Mniszech. Successivamente convince il re della legittimità del suo matrimonio organicando poco dopo l’invasione della Russia con le truppe polacche. Le ultime scene narrano fatti accaduti nel 1604: i figli di Boris, Ksenija e Fëdor, sono cresciuti. Lo zar è a capo di un paese stremato dalla carestia, in cui il malcontento serpeggia tra il popolo e si diffondono le voci sul regicidio commesso, invece alla frontiere premono le forze ribelli guidate da Grigorij. Boris Godunov, assillato da sensi di colpa, precipita nella follia e muore lasciando il regno nella mani del figlio Fëdor.

Le arie famose dell’opera lirica alla Prima della Scala di Milano 2022

Come indicato nel Libretto Boris Godunov di Modest Musorgskij tra le arie più famose la canzone da bere del mendicante, un’allegra canzone del cosacco che beve nella versione televisiva sovietica russa del 1954, Kak vo gorode (A Kazan era nella vecchia fortezza). La grande scena della follia (Uk tyazhelo – Oh, sto soffocando) è una delle più grandi scene di follia della letteratura lirica, ma viene chiamata anche la scena dell’orologio perché i rintocchi nella stanza di Godunov iniziano a muoversi ogni ora, e in essi egli crede di riconoscere il fantasma morto di Dmitri. C’è lo sconvolgente declino del re, con la declamazione che diventa teatro parlato.

L’effetto viene aumentato con l’uso di tritoni ripetuti. Infine la trama di “Boris Godunov” prevede la morte di scena (Zvon! Pogrebal’ny zvon! Hark! – Ascolta, un suono di campana) con le campane suonano, e ancora una volta lo zar alza la testa. Il coro dei monaci si sente, sono la sua coscienza e si rende conto che la sua ultima ora si avvicina. Arriva all’improvviso una melodia consolante dal profondo arriva e così la pace. I clarinetti e i fagotti bassi lo accompagnano fino alla morte, con la musica che termina in modo confortante.

Il libretto di “Boris Godunov” e durata spettacolo: ecco come scaricarlo

Il Libretto Boris Godunov di Modest Musorgskij diretto al Teatro alla Scala di Milano da Riccardo Chailly, con la regia di Kasper Holten e protagonista Ildar Abdrazakov, disegna un dramma shakesperiano della colpa individuale con il “periodo dei torbidi” sullo sfondo. Sono gli anni di anarchia compresi tra la morte di Ivan il Terribile e l’avvento dei Romanov. Ad andare in scena è l’innovativa versione Ur-Boris, che Musorgskij presentò alla commissione dei Teatri imperiali di San Pietroburgo nel 1869 e fu poi respinta. Viene narrata una vicenda cupa e attuale, che riecheggia la vertigine del potere del Macbeth verdiano, con cui è stata inaugurata la stagione 2021/2022 del Teatro alla Scala. La trascrizione del libretto è riportata qui e come la musica è di Modest Petrovic Musorgskij. La durata dello spettacolo della Prima della Scala è di 2 ore e 50 minuti totali, incluso intervallo ed è così suddiviso: il primo atto dura 70 minuti, l’intervallo ha invece una durata di 30 minuti, mentre secondo e terzo atto 70 minuti.