Genitori di una comunità indigena protestano contro il governo e bruciano i libri di testo dei figli
Il Financial Times riporta un’immagine che in rete è già nota Ovvero la foto in cui una pila di libri di testo viene bruciata “perché appartiene al diavolo”. Accade in Messico, all’interno di una comunità tzotzil in Chiapas, dove diversi genitori hanno compiuto l’inquietante gesto di protesta, dopo aver capito – a loro dire – che su quei testi aleggerebbero le forze del male. I contestatori si sono lamentati del fatto che le pagine diano insegnamenti diseducativa e che diffondano i principi del comunismo, dell’omosessualità e del lesbismo.
I libri, scritti e sviluppati seguendo un nuovo modello educativo chiamato New Mexican School, sono finiti al centro delle polemiche fin dal principio per aver proposto un modello educativo differente rispetto agli standard. Il presidente Andrés Manuel López Obrador ha difeso il Ministero della Pubblica Istruzione (SEP), ricordando però che “ognuno ha diritto di manifestare”. “Siamo liberi, niente di più di coloro che manifestano pensando di essere indottrinati con i libri e con il virus del comunismo”.
I video della protesta spopolano sui social
Sui social, come dicevamo, già da giorni girano video in cui vengono bruciati libri. I libri di testo dovevano essere adoperati dai bambini a partire da lunedì prossimo a scuola, ma poi è scoppiata l’inaspettata protesta. “Vogliamo i libri precedenti, non spazzatura”. “Non vogliamo la tripla X”, il grido dei genitori attorno al falò. Le famiglie, come dicevamo, non si trovano in linea coi contenuti dei libri, ritenuti non adatti ai bambini, bensì ad un pubblico adulto.
Tra le critiche principali il fatto che nei testi si parli di relazioni omosessuali, ma viene criticato che si accenni anche alla diversità tra tipologie di famiglie. Un contenuto, secondo i genitori della comunità, “non adatto” ai bambini. Per questo motivo sono state raccolte delle firme per impedirne la distribuzione.